Aroldo Bellini. Ediz. illustrata
Tosti Barbara
Effe Edizioni
Perugia, Museo dell'Accademia, 14 luglio - 9 ottobre 2016.
A cura di Tosti B.
Perugia, 2016; br., pp. 144, ill. col., cm 17x24.
ISBN: 88-6778-080-8 - EAN13: 9788867780808
Soggetto: Collezioni,Saggi (Arte o Architettura),Scultura,Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.47 kg
L'esposizione, arrichita di una monografia, ripercorre i vari passaggi formativi dell'artista in quasi cinquant'anni di attività, e restituisce allo scultore la giusta posizione all'interno dei grandi protagonisti dell'arte del Novecento.
Il progetto portato avanti dall'Accademia, grazie al sostegno della locale Fondazione Cassa di Risparmio e al contributo del Comune, testimonia ancora una volta la chiara volontà, da parte dell'antica istituzione, di valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico, in questo caso un generoso lascito della moglie dello scultore, Laura Brauzzi.
Bellini (Perugia 1902 - Roma 1982) si formò artisticamente presso l'Accademia per poi dirigersi verso quel successo e quel riconoscimento più ampio che lo porteranno a lavorare nella Capitale durante gli anni del Ventennio, approdando definitivamente a posizioni novecentiste e classiciste nella decorazione scultorea dello Stadio dei Marmi al Foro Italico (sue le 23 statue), finché, abbandonato lo scenario di regime, tornerà in Umbria dedicandosi a lavori di piccole dimensioni, legati a temi individuali, di gusto antico con una sorta di malinconica introspezione.
Della sua attività, in città restano il monumento ai caduti e i bassorilievi in sant'Ercolano del 1924 e la statuetta votiva raffigurante la Vergine con il Bambino del 1927 collocata nella facciata del Duomo. Nei dintorni di Perugia la cappella cimiteriale per la famiglia Milletti dove si conserva una maestosa Pietà di marmo successiva alla partecipazione al concorso nazionale indetto a Firenze nel 1923 per la realizzazione del Monumento alla Madre italiana in Santa Croce dedicata ai caduti della grande guerra, dove Bellini fu scelto fra i primi sei (vincitore Libero Andreotti).
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