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I monumenti dei dogi. Sei secoli di scultura a Venezia

Marsilio

A cura di Bergamo Rossi T.
Illustrazioni di De Fina M.
Venezia, 2020; ril., pp. 352, ill. col., cm 25x33.
(Grandi Libri Illustrati).

collana: Grandi Libri Illustrati

ISBN: 88-297-0491-1 - EAN13: 9788829704910

Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Veneto,Venezia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.65 kg


La lunga teoria dei centoventi dogi veneziani - guerrieri, politici, letterati, perfino un santo, Pietro Orseolo -, che si dipana senza soluzione di continuità per dieci secoli, abbraccia la storia millenaria della Repubblica Serenissima evocando la grandezza e gli splendori di uno Stato che, nel periodo della sua massima espansione, andava dalle terre di Bergamo e Brescia all'isola di Cipro. Dalla nomina del primo dux, che si perde nelle nebbie del tempo e della leggenda, alla data fatale del 12 maggio 1797, quando l'ultimo doge, Ludovico Manin, abdicava in favore dei francesi, lo studio dei monumenti funebri dei dogi della Serenissima ci consente un excursus tra i più grandi nomi dell'arte veneziana di tutti i tempi: dagli ignoti maestri scalpellini del Medioevo alla famiglia dei Lombardo, da Antonio Rizzo a Jacopo Sansovino, da Alessandro Vittoria a Baldassare Longhena, a Andrea Tirali, tutti i più famosi architetti e scultori si sono occupati di questa particolarissima forma artistica, in un vero compendio di meraviglie plastiche. Commissionati direttamente dal doge o dalla sua famiglia, questi magnifici monumenti non solo riflettono le preoccupazioni personali del doge per l'aldilà, ma diventano strumenti squisitamente politici, soprattutto in un contesto, come quello della Repubblica veneziana, in cui il doge ufficialmente era soltanto il primo tra i pari e in cui nessuna forma di autoesaltazione pubblica di singoli individui era tollerata. I monumenti offrivano pertanto una rara opportunità di autorappresentazione, con investimenti che potevano perfino superare quelli profusi nella costruzione delle tombe papali a Roma. Una campagna fotografica, commissionata per l'occasione, ci regala inediti dettagli che sono una gioia per gli occhi e fonte di innumerevoli, inattese, scoperte.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci