Carnaio
Edizioni Robin
Torino, 2019; br., pp. 224, cm 13,5x20.
(Robin&Sons).
collana: Robin&Sons
ISBN: 88-7274-494-6
- EAN13: 9788872744949
Testo in:
Peso: 0.26 kg
"Verrà la notte e sarà un momento - come la morte - giusto il tempo per finire questi versi e dirti che quando sciogli i capelli allora per me effonde la notte e dispiega il suo drappo di stelle" Con queste dolcissime e tenui parole, ispirate dal celeberrimo componimento di Pavese, si conclude un'opera incentrata in buona parte sul racconto delle peripezie sessuali dell'autore, in bilico perenne tra spirito e carne, purezza e perversione, confessione ed esibizionismo. La cui chiave di lettura sta, forse, proprio nel tanto, troppo sesso (il capitolo centrale, bukowskianamente intitolato Donne, è indicativo al riguardo). In "Carnaio" il sesso non è fatto per prendere o dare piacere. Nemmeno per avvicinarsi o comunicare. Tantomeno per amare. Non sembra essere nulla di tutto questo, e si stenta a capire che cosa sia. Perché non è neanche il genuino esercizio del primordiale istinto riproduttivo che conduce a scelte evoluzionisticamente vincenti. E non è la ritualizzazione della lotta per il potere, nonostante sia innegabile che l'autore si pavoneggi molto vantandosi spudoratamente delle sue avventure e conquiste sessuali. E allora che cosa è Carnaio? Forse l'esasperata, spasmodica e vacua caccia a un altro corpo senza anima, a un altro orgasmo senza amore è solo attesa di qualcosa di vero, tangibile, sincero, un modo per colmare un vuoto incolmabile (e la prima parte dell'opera, intitolata Io, sembra confermarlo). Forse in tutto il sesso, il sudore, lo sperma di queste pagine, in tutto lo sguazzare nelle sordidezze della vita godendo degli effimeri piaceri carnali che la miseria dei bassifondi può offrire, vi è solo l'attesa inconfessata di un po' di serenità nella disperazione dell'esistenza quotidiana. Forse questo sporco viaggio ai limiti della perversione è solo la strada per giungere a una qualche pace, ancorché minima. Rintracciabile, se si tiene fede alla terza e ultima parte dell'opera, solo nelle carezze di Una donna.