Giorgione. La croce e la mezzaluna. Il Ritratto di giovane armato e scudiero degli Uffizi tra patto di Blois e impium foedus
Casa Editrice Il Prato
Saonara, 2019; br., pp. 108, ill. b/n e col., cm 17x24.
ISBN: 88-6336-480-X
- EAN13: 9788863364804
Soggetto: Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 0.35 kg
L'enigmatico Ritratto di giovane armato e scudiero degli Uffizi costituisce, da oltre un secolo e mezzo, motivo di discussione tra gli studiosi, divisi tra la possibilità di ascriverlo al catalogo di Giorgione o di assegnarlo ad artista di scuola veronese (Torbido, Michele da Verona, Caroto, Cavazzola). Il confronto critico sul dipinto fiorentino è stato alimentato dalla coesistenza tra indiscutibili caratteri giorgioneschi - avvertibili nell'ermetismo che pervade i gesti e gli atteggiamenti dei due protagonisti - e una complicazione spaziale ed un impiego del colore difficilmente sovrapponibili all'essenzialità e al tonalismo cromatico del maestro di Castelfranco. La conclusione più logica che se ne sarebbe dovuta trarre, ovverosia che l'innegabile paternità giorgionesca si intreccia qui con l'apporto di un collaboratore, non è stata presa in adeguata considerazione. Il dipinto ha continuato ad oscillare, di conseguenza, tra un'autografia giorgionesca difficilmente accoglibile in toto ed un'assegnazione in via esclusiva ad un artista non di primissimo piano come Paolo Morando. Il significato dell'opera, indubbiamente ostico ma non del tutto insondabile a patto di saperne cogliere i legami con l'attualità storica, non è stato oggetto di indagini adeguate, immaginandolo viceversa espressione di una temperie spirituale e letteraria "cortese" del tutto estranea alla mentalità di Giorgione; artista profondamente distante da quei temi mitologici, letterari o religiosi - banalmente evocativi o agiografici - che la storiografia meno attenta alla storicizzazione delle opere d'arte continua ostinatamente ad affibbiargli. Il presente studio, partendo dai pochi ma penetranti indizi disseminati nel dipinto, perviene ad una ricostruzione finalmente convincente della sua trama narrativa, rivelandone gli insospettabili riferimenti ai rapporti tra occidente cristiano e civiltà islamica ed ai loro potenziali sviluppi politici e militari. Il tutto sullo sfondo della coalizione antiveneziana che, sotto le insegne del pontificato romano e delle maggiori monarchie europee, si appresta a scendere in campo per ridimensionare pesantemente il ruolo della repubblica di Venezia nello scacchiere continentale e mediterraneo.
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