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Ora et labora. Le comunità religiose nella società contemporanea

Nomos Edizioni s.r.l.

Busto Arsizio, 2003; ril., pp. 272, ill. b/n e col., cm 24,5x29.

ISBN: 88-88145-02-8 - EAN13: 9788888145020

Soggetto: Architettura e Arte Religiosa,Saggi (Arte o Architettura),Saggi Storici

Periodo: 1960- Contemporaneo,Nessun Periodo

Luoghi: Italia

Extra: Religione e Arte Religiosa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.72 kg


Gli ordini religiosi che hanno fatto grande la Lombardia sono sul viale del tramonto? E quali sono i rapporti con la società contemporanea, sempre piu laica? Grandi temi di attualità, che saranno presentati all'abbazia di Chiaravalle (Milano), il 20 e il 21 settembre, dove si terrà un convegno di studio di rilevanza internazionale, dal titolo Ora et labora.
Dunque, se la Lombardia è ai primi posti tra le regioni più evolute d'Europa, lo si deve certo alla forza di volontà della sua gente, alle capacità, allo spirito di iniziativa, alla grande voglia di fare, caratteristiche fondamentali derivanti da una comune identità. Ma non tutti sanno che determinante, in questo straordinario processo di sviluppo sociale ed economico, è stato l'apporto delle Congregazioni e degli Ordini religiosi che per oltre mille anni hanno fatto parte integrante della società, saldamente inserite nel territorio facendosi carico delle emergenze strutturali: dall'istruzione, all'assistenza, al lavoro il tutto permeato da un grande spirito di solidarietà, di carità e di fede.
Un esempio per tutti. L'agricoltura lombarda, punta di diamante dell'economia sino al secolo scorso e ancor oggi componente di rilievo nonostante le poco lungimiranti politiche nazionali, nasce attorno all'anno Mille, quando i monaci Cistercensi iniziarono quella straordinaria opera di bonifica delle aree paludose del Milanese e del Lodigiano con la paziente costruzione di una rete di canali che non ha eguali al mondo, assicurando l'approvvigionamento di foraggi freschi, anche nella stagione invernale, con la realizzazione delle marcite. Punto di riferimento è stato l'abbazia di Chiaravalle che, nel secolo XV, diveniva sede della provincia lombarda della Congregazione cistercense italiana. Ma le Comunità religiose hanno ancora un ruolo di spicco nella società contemporanea?
A questo interrogativo daranno una risposta eminenti docenti delle Università degli Studi di Milano, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e degli atenei di Pavia, Padova, Palermo, Pisa e Roma con le testimonianze di esponenti delle Congregazioni e degli Ordini ecclesiastici. Il problema non è secondario. La crescente laicizzazione del Paese, la proliferazione delle istituzioni di volontariato, che sopperiscono al ruolo proprio della chiesa per la carenza di vocazioni e non ultimo il diffondersi di una cultura multietnica, determinano un certo disorientamento. Interessante, a tale proposito, lo studio del prof. Luciano Musselli, dell'Università degli studi di Pavia, su Le comunità religiose non cattoliche nella società contemporanea, che sarà presentato nella mattinata di venerdì 21 settembre nella sezione dedicata all'analisi degli aspetti giuridici, cui daranno il loro contributo altri studiosi (vedi l'elenco nell'articolo qui a parte).
L'aspetto giuridico è certamente rilevante poiché, come sottolinea il prof. Musselli, tutte le comunità religiose non cattoliche intendono ottenere i più ampi riconoscimenti da parte dello Stato italiano come già avvenuto per valdesi, avventisti, pentecostali, battisti e luterani. Tra le comunità non cristiane hanno stipulato intese anche quelle ebraiche e buddiste, mentre qualche problema non ha ancora consentito la conversione in Legge di quella con i Testimoni di Geova. Allo stesso traguardo, sottolinea il relatore mirano le comunità islamiche italiane, anche se nel caso dell'Islam i problemi da affrontare e risolvere non sono pochi ne facili , come quelli dei nuovi movimenti e delle cosiddette sette.
«Si tratta osserva il prof. Musselli di un settore di estrema complessità e delicatezza anche per l'esigenza di conciliare l'espressione della libertà religiosa con altri valori fondamentali, quali la difesa dei diritti della persona di fronte a fenomeni associativi che assumono talora tratti aggressivi e violenti caratterizzati da elevata pericolosità sociale».
Considerazioni che meritano una riflessione approfondita come quelle contenute nella relazione del prof. Roberto De Vita, Università di Siena sulle problematiche del dialogo e dell'identità nel cammino verso una società multireligiosa, che interverrà nel pomeriggio di venerdì 21 settembre con Giorgio Rumi dell'Università degli Studi di Milano, su Monaci e cavalieri all'origine dell'Europa; diDanilo Castellano, Università degli Studi di Udine, su Multiculturalismo e identità religiose, un problema politico; di Giorgio Giorello dell'Università di Milano, Puritani pro e contro la legge.
Sarà interessante conoscere l'entità della presenza degli Ordini e delle Congregazioni religiose in Lombardia: l'annuario dell'Archidiocesi ambrosiana, la più grande d'Italia per estensione territoriale e per numero di abitanti, ne censisce oltre 300, una presenza determinante e al tempo discreta, della quale molti non se ne rendono conto.
Proviamo, a memoria, a ricordare alcune istituzioni, ormai storiche, di diritto pontificio o diocesano: francescani, domenicani, barnabiti, cappuccini, conventuali, guanelliani, somaschi, camilliani, olivetani, passionisti, scolopi, gesuiti, cistercensi, carmelitani, fatebenefratelli, pavoniani, canossiani, maristi, rosminiani, comboniani, scalabriniani, agostiniani, oblati, dehoniani, marianisti, paolini, salesiani, lazzaristi, padri bianchi e i fratellli e i servi di Don Orione e di Don Calabria.
Ancor più consistente la presenza femminile che completa l'universo dell'amore per il prossimo: ancelle del Bambin Gesù, della carità, di S. Giuseppe, benedettine, canossiane, carmelitane, oblate, francescane, salesiane, cabriniane, missionarie, del Buon Pastore, di Don Orione, di S. Filippo e ancora, sacramentine, passioniste, preziosine, salvatoriane conventuali, le poverelle di Palazzolo, dell'Assunzione, della S.Croce, le pallottine, dame inglesi, le figlie di Don Grossi e delle beate Gerosa e Capitanio, tanto per citare.
Una galassia che verrà riscoperta nei due giorni di studio promossi dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI, presieduta da monsignor Pasquale Macchi che, come ricorda il segretario, Luciano Vaccaro, svolge un ruolo rilevante nel promuovere ricerche tra chiesa e civiltà contemporanea. L'opera omnia della Fondazione è la fondamentale collana sulla Storia religiosa della Lombardia, edita recentemente, frutto di decenni di ricerche. Il convegno sarà concluso dagli interventi del cardinale Carlo Maria Martini, di Roberto Formigoni, presidente della Regione e da Giovanni Bazoli, presidente di IntesaBci.

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