Eat me. Suggestioni, simboli e incanti golosi nell'animazione
Ultra Edizioni
Roma, 2021; br., pp. 192, ill., cm 12x24.
(Shibuya).
collana: Shibuya
ISBN: 88-9278-088-3
- EAN13: 9788892780880
Soggetto: Cinema
Testo in:
Peso: 1 kg
Gli spinaci di Popeye. I dorayaki di Doraemon. I donuts di Homer Simpson. Il ramen di Ponyo. E in mezzo, un trionfo di onigiri, noodles e quant'altro. Ma prima di tutto, il dolcetto di Alice nel Paese delle Meraviglie, capace di farla crescere a dismisura. Il cibo ha spesso un ruolo chiave nell'animazione, a volte derivato dalle fiabe ma anche sviluppato, in modo originale, come simbolo. Non è difficile capire perché. Infonde coraggio. Conforta. Fornisce nuove energie. Dunque ben si presta ad assolvere pure una funzione "magica". È così per Popeye, che attraverso un alimento acquisisce una forza straordinaria, ma anche per Chihiro, che ne "La città incantata" di Hayao Miyazaki, mangiando un cibo della dimensione degli spiriti può garantire la sua stessa sopravvivenza, liberandosi dalla condanna alla dissolvenza. E così via. E se, in generale il cibo è simbolo e strumento del Bene, non mancano casi in cui si fa arma per malefici. Basti pensare alla mela della strega di Biancaneve. Nel tempo e soprattutto nel corso di più film e serie, cibo, nutrimento e cucina sono stati sviluppati fino a diventare temi centrali della narrazione, come in "Food Wars!", serie ambientata in una scuola di cucina dove i protagonisti si sfidano per diventare chef. Il cibo è passato dall'essere mezzo a farsi fine, dall'essere fantasia al diventare sogno. Il primo studio su storia e fascini del cibo nell'animazione, con tanto di ricette per portare in tavola i piatti dei propri personaggi - ed eroi - prediletti.