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Mimmo Jodice

Motta 24 ore Cultura

Milano, 2003; br., pp. 384, ill., cm 13x19.
(Photo Tools).

collana: Photo Tools

ISBN: 88-7179-389-7 - EAN13: 9788871793894

Soggetto: Collezioni,Fotografia

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.782 kg


Mimmo Jodice nasce a Napoli nel 1934. Si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Cinquanta, da autodidatta. Grazie anche alle amicizie e ai contatti nel mondo dell'arte contemporanea e delle avanguardie, Jodice rafforza ben presto la sua propensione a sperimentare, a cercare forme astratte. Soggetti preferiti dei suoi primi lavori sono il nudo e il ritratto, ma anche gli oggetti del quotidiano e strutture geometriche, in un gioco continuo tra verità e finzione. Sono anni di grande fermento sociale e mutamento politico, un clima di rinnovamento che investe anche il mondo dell'arte e Jodice vi è completamente inserito, collaborando con i grandi artisti delle avanguardie artistiche italiane e straniere. Nel 1970 inizia a insegnare fotografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli, diventando così una figura di riferimento per i giovani fotografi napoletani. Artista ma anche uomo attento al sociale, Jodice sperimenta linguaggi tecnici e materiali (è l'epoca degli strappi) ed è allo stesso tempo impegnato nella fotografia come testimonianza della società e dei suoi problemi. Sviluppa quindi il suo impegno culturale anche in senso politico, attento ai gravi problemi di Napoli, città che proprio agli inizi degli anni Settanta vivrà una drammatica epidemia di colera. Jodice registra la morte, le case fatiscenti, i bambini nei vicoli: è Il ventre del colera (1973). Accanto alla cronaca drammatica e al lavoro di documentazione delle condizioni sociali del Sud, porta avanti una ricerca sulle credenze religiose popolari. Ma la sua fotografia di reportage non rientra nei canoni "tradizionali" di quella di Cartier-Bresson: in essa c'è una relazione di tipo teatrale tra la figura e lo sfondo ed è, in un certo senso, allucinata.

Con i primi anni Ottanta e le fotografie del terremoto in Campania, si chiude il periodo dell'impegno sociale di Jodice. Rivolge la sua attenzione al paesaggio urbano napoletano, in una nuova visione nella quale l'uomo non è più al centro dell'immagine: la città è vuota, luogo deserto e privo di vita. Si avverte ora un senso di morte, di vuoto. è una nuova poetica della città, del paesaggio, di Napoli, nella quale è evidente la lezione di De Chirico e di Magritte. Numerosi sono gli scambi e le collaborazioni con altri fotografi, tra i quali Luigi Ghirri, con i quali sviluppa una nuova lettura del paesaggio. Rivolge la sua attenzione anche al mondo dell'arte classica, attratto in particolare dalla luce ricca di sentimento dell'arte barocca: nascono così Un secolo di furore. L'espressività del Seicento a Napoli e Suor Orsola. Cittadella monastica nella Napoli del Seicento.

Negli anni Novanta due sono i percorsi da lui seguiti: una visione sempre più irreale della città e la ricerca delle radici della cultura mediterranea. Da questi nascono i lavori Mediterraneo, Isolario mediterraneo e Reale albergo dei poveri. Sono immagini vibranti di paesaggi, di architetture, mosse da un viraggio leggero. è una fotografia sempre più libera dalla trascrizione documentaria e sempre più carica di emozione e pathos: è l'approdo a un paesaggio interiore.

Questo volume racchiude una ricca selezione del percorso artistico-fotografico di colui che può essere considerato uno dei più grandi fotografi italiani contemporanei. Il lavoro di Jodice è raccolto in sette ampie sezioni che identificano i sette momenti significativi del suo percorso artistico.

Roberta Valtorta (Milano, 1952) è storica e critica della fotografia. Dal 1983 è docente di Storia della Fotografia e Linguaggio Fotografico al CFP Riccardo Bauer-ex Umanitaria di Milano.
Dal 1987 al 1997 collabora al Progetto Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano per la creazione di un archivio fotografico sul paesaggio contemporaneo (Archivio dello spazio). Dal 1989 al 1996 collabora all'Archivio della Comunicazione e dell'Immagine per l'Etnografia e la Storia Sociale della Regione Lombardia.
Dal 1994 al 1997 è direttore editoriale della collana di libri di fotografia pubblicata da Art&.
Dal 1997 coordina le attività per la realizzazione del Museo di Fotografia Contemporanea di Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo (Milano).
Dal 1998 al 2002 è docente di Storia e Tecnica della Fotografia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Udine.
Ha pubblicato molti saggi di carattere storico e teorico su autori italiani, sul rapporto arti visive/fotografia, sui temi della lettura del paesaggio contemporaneo e della committenza pubblica, e curato innumerevoli mostre e volumi. Tra i più importanti: Paolo Monti. Laboratorio ossolano, Istituto di Fotografia Paolo Monti, Milano, 1985; Paolo Gioli. Obscura. La natura riflessa, Electa, Milano 1986; Francesco Radino. Modus videndi, Idea Books, Milano 1989; Enzo Sellerio fotografo ed editore, WAP, Verona 1991; Mimmo Jodice. Tempo interiore, Motta, Milano 1993; Enzo Nocera fotografo, Electa, Milano 1993; Gabriele Basilico. L'esperienza dei luoghi, Art&, Udine 1994; Paolo Gioli. Fotografia grafica dipinti film, Art&, Udine 1996; 1987-1997 Archivio dello spazio (con Achille Sacconi), Art&, Udine 1997; Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Galleria Gottardo/Charta, Lugano/Milano 1998; Milano senza confini, Silvana Editoriale, Milano 2000; Idea di metropoli, Silvana Editoriale, Milano 2002.

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