L'Italia e l'ascesa di Gheddafi. La cacciata degli italiani, le armi e il petrolio (1969-1974)
Milano, 2009; br., pp. 347, cm 14,5x21.
(I Saggi. 383).
collana: I Saggi
ISBN: 88-6073-401-0
- EAN13: 9788860734013
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Extra Europa,Italia
Extra: Arte Africana & Oceanica
Testo in:
Peso: 0.393 kg
A soli 11 mesi dal golpe da lui capeggiato, il 21 luglio 1970 Muammar Gheddafi emanava una legge contro gli italiani in Libia: confisca di tutti i beni ed espulsione dell'intera comunità residente. La diplomazia e il governo italiano furono spiazzati: la richiesta mediazione di Nasser si rivelò un bluff perché non si compresero il doppio gioco e gli interessi egiziani; inoltre, seppur noto, fu sottovalutato il reale pericolo del nazionalismo libico. La consultazione della documentazione inedita degli archivi del Ministero degli Esteri, integrata con le carte degli archivi inglesi e americani, ha permesso all'autore di ricostruire quegli anni cruciali. E di raccontare come Moro seppe riallacciare i rapporti con Tripoli, scartando le misure di ritorsione, sventando un golpe contro Gheddafi e puntando a compensazioni indirette in campo economico. Fu uno scambio conveniente per entrambi i Paesi, che coinvolse le grandi opere, il petrolio e le armi, e che assicurò all'Italia un approvvigionamento petrolifero preferenziale in cambio di know-how tecnico-scientifico essenziale allo sviluppo della Libia. L'accordo con la Libia del febbraio 1974 collocava l'Itala come Paese "cerniera" fra l'Alleanza atlantica e il mondo arabo, salvaguardando gli interessi economici italiani in Medio Oriente e assicurando sul piano interno il consenso del PCI. Un'intesa che è rimasta un capo-saldo della politica mediterranea italiana fino ai nostri giorni. (Prefazione di Angelo Del Boca).