La deformazione dello spazio. Arte, architettura e disagio nella cultura moderna
Vidler Anthony
Postmedia srl
Traduzione di Laera M.
Milano, 2008; br., pp. 238, ill., cm 15x21.
ISBN: 88-7490-040-6 - EAN13: 9788874900404
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Testo in:
Peso: 0.49 kg
Lo spazio, nel corso degli anni, è stato sempre più spesso definito come un prodotto della proiezione soggettiva e dell'introiezione, ed opposto ad uno stabile contenitore di oggetti e corpi. Dall'inizio del secolo, le leggi apparentemente fisse della prospettiva sono state trasformate, violate e ignorate nell'intento di rappresentare lo spazio dell'identità moderna. Così il corpo è stato fatto a pezzi, la fisionomia distorta dal dolore più intimo, lo spazio architettonico è divenuto causa di claustrofobia, lo spazio urbano di agorafobia, tutte le distorsioni della normalità che esprimono patologia diventarono il leitmotiv dell'arte d'avanguardia.
Anthony Vidler
Le sue numerose investigazioni su arte e architettura lascerebbero intendere una specializzazione in un campo o nell'altro... in effetti Anthony Vidler (nato in Inghilterra nel 1941) è uno dei pochi teorici al mondo ad aver coperto istituzionalmente cariche che certificano un lungo percorso di studi in entrambi i campi. Dopo essersi laureato in architettura a Cambridge con Colin Rowe, Vidler insegna da oltre trent'anni a Princeton (1965-1993), alla University of California di Los Angeles (1993-1996), alla Cornell University (1997-1998) e ora alla Cooper Union School of Architecture di New York dove - oltre ad insegnare - ricopre anche il ruolo di preside della facoltà. Vidler, inoltre, è membro della National Academy of Arts and Sciences. Benchè sia noto per le sue ricerche su arte e architettura, Anthony Vidler non si definisce nè architetto, nè critico d'arte, ma semplicemente "storico e critico". Nel 1991 ha vinto il premio della Society of Architectural Historians per il suo libro Claude-Nicholas Ledoux: Architecture and Social Reform at the End of the Ancien Regime (1991). Altri titoli importanti sono The Writing of the Walls: Theory and Design in the Late Enlightenment, The Architecural Uncanny (tradotto da Einaudi nel 2006 con il titolo Il perturbante dell'architettura) e il nostro La deformazione dello spazio (Warped Space: Art, Architecture, and Anxiety in Modern Culture) che è stato nominato tra i migliori libri del decennio da "The Art Book Journal".
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