Senza tono né suono-Sin ton ni son
Associazione Culturale Il Foglio
Traduzione di Lupi G.
Piombino, 2022; br., pp. 436.
(Cubana).
collana: Cubana
ISBN: 88-7606-930-5
- EAN13: 9788876069307
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"Versi spezzati, alla ricerca continua di un dialogo, che vogliono farsi notare. Anche se è soltanto l'eco, l'illusione di essere ascoltati. La caratteristica peculiare delle poesie di Félix Luis Viera va ricercata in un atteggiamento romantico tra il desiderio di avventura e la necessità di un sostegno spirituale, di un interlocutore esplicito. Le ferite della sua lirica mettono in evidenza quello che un tempo ha rappresentato la forza della nazione, l'armatura della patria, la base delle speranze sociali, dopo una rivoluzione frustrata e un esilio sopportato per decenni. Sono versi spezzati esternamente, contestualizzati agli eventi cubani, ma anche al loro interno perché si sente che trasmettono con intensità verbale le esperienze che sono servite da motivazione. Per questo - e perché l'autore è stato molto duro con se stesso, quando ha deciso nel 2002 di non scrivere più poesie - la sua antologia definitiva (Sin ton ni son) è diventata un corpus lirico importante che va affrontato con adeguata preparazione. La prima domanda che ci facciamo è perché il titolo definitivo di Sin ton ni son. Prima di tutto perché il primo libro di Viera aveva il suggestivo titolo - uno dei migliori nella poesia cubana - di Una melodía sin ton ni son bajo la lluvia; poi perché la ben nota frase popolare indica che Félix Luis Viera non teme assolutamente chi disprezza la creazione artistica, né chi cerca in essa qualche utilità pratica. La locuzione Sin ton ni son serve al poeta per dire ai lettori che lui scrive per il puro e semplice gusto di scrivere, perché da buon amante della poesia colloquiale utilizza senza alcuna leziosità sia un modo di dire che una parola volgare, un grido popolare come le conversazioni a tavola di un gruppo di operai o di dottori, cercando soltanto una totale spontaneità. La selezione delle poesie è stata compiuta in maniera rigorosa dallo stesso autore. Affrontare la lettura di Sin ton ni son - lo ripeto - pretende preparazione. Felix Luis Viera si tiene lontano dal modo ordinario di antologicizzare e non si limita a disporre le poesie in ordine cronologico. Una simile routine è distante mille miglia dalle sovversive intenzioni dell'autore, che comincia con Mi coronel, poesia composta nel 1969, ma non termina con una lirica del 2002 - anno in cui dice di aver smesso di scrivere poesie - quanto con l'emblematica Esquema de los amantes clandestinos, composta nel 1991. (...) Sono molte le poesie nelle quali il paradosso acquista progressivamente rilievo, trasformandosi in un vero e proprio leitmotiv. Il paradosso, figura retorica costruita usando grande ironia, indica rottura degli schemi logici, come ne La más hermosa primavera o nel deliziosamente allegro e armonioso Prefiero los que cantan. La poesia A veces, invece, è un vero e proprio antidoto a base di paradosso contro la trivialità della routine, per contrasto, contro quel che attendiamo che accada sempre nello stesso modo, contro il grigiore della ripetitività e dei luoghi comuni. In Elegía para este hombre perfecto - satira sul cosiddetto uomo nuovo del presunto socialismo cubano - l'ironia si fa ancora più intensa. In questa lirica si nota l'influenza dei versi contenuti nella silloge Fuera del juego di Heberto Padilla, che nel 1968 rappresentò un momento importante della poesia colloquiale ispanica e al tempo stesso dette uno schiaffo al potere. Félix Luis Viera scrive: Questo ometto perfetto neppure capace // di mostrare che sotto il volto possiede sangue // quando una parola si dirige verso di lui come un coltello." (Josè Prats Sariol, Scritto in Aventura, Florida, gennaio 2019).