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Valdostani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù

Edizioni Sonda

Torino, 2006; br., pp. 102, ill., cm 13x21.
(Guide Xenofobe Italiane).

collana: Guide Xenofobe Italiane

ISBN: 88-7106-465-8 - EAN13: 9788871064659

Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura)

Luoghi: Piemonte e Valle d'Aosta

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.15 kg


Di solito il termine "valdostano" designa colui che in casa parla il patois, detto anche dialetto francoprovenzale, lingua arpitana, o valdostano tout court. Però da alcuni decenni vivono e lavorano sul territorio della regione anche moltissimi calabresi e quasi altrettanti veneti, oltre a piemontesi, sardi e siciliani, per non parlare dei tanti stranieri arrivati negli ultimi anni. Siccome i matrimoni misti sono stati numerosi sin dall'inizio delle immigrazioni (dagli anni Venti in poi), ormai quasi ogni famiglia è composta cosi: lui di padre calabrese e madre veneta, lei di padre piemontese e madre valdostana; oppure lui di padre valdostano e madre calabrese, lei di padre veneto e madre piemontese. Esistono altre combinazioni, ma le uniche fortunate sono quelle che prevedono il padre valdostano, perché trasmettono alla discendenza l'ambito cognome con la zeta, vero e proprio biglietto da visita della valdostanità. Del resto, quando pensa alla sua terra, al valdostano vengono gli occhi lucidi, il volto assume un'espressione intensa, la voce si incrina in una nota di pianto. È "le mal du pays" e il valdostano, molto restio a varcare i confini della sua piccola terra, riesce ad avere nostalgia della Valle d'Aosta anche quando sta ancora lì.

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