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Eleazaro Oldoni una Nuova Scoperta per il Rinascimento a Vercelli

Sagep Editori

Vercelli, Museo Borgogna, 5 ottobre 2019 - 6 gennaio 2020.
A cura di Vittorio Natale.
Genova, 2019; br., pp. 136, ill. b/n e col., tavv. col., cm 17x24.

ISBN: 88-6373-657-X - EAN13: 9788863736571

Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Piemonte e Valle d'Aosta

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.44 kg


Chi era Eleazaro Oldoni? Eleazaro, un nome curioso che si lega a una dinastia di artisti milanesi giunti a Vercelli nel Quattrocento, ben documentata ma con poche opere ancora presenti sul territorio. Fino ad oggi il nome di Eleazaro era riferito a una sola opera certa: una piccola Natività firmata, in collezione privata, che per la prima volta è esposta al pubblico in questa mostra. Spetta a Vittorio Natale la costruzione di un ridotto ma prezioso corpus di opere a lui attribuibili grazie al recente ritrovamento di un'altra preziosa anconetta double-face che reca tracce di una firma.
Il percorso, ospitato non a caso al Museo Borgogna, permette di inserire la selezionatissima serie di opere all'interno di un contesto unico per la pittura vercellese. Per la prima volta è proposto il confronto con il codice membranaceo degli Statuti di Vercelli. Trova così conferma l'attribuzione ad Eleazaro delle preziose miniature che ne decorano alcuni fogli.
Il pittore e miniatore assume un ruolo di protagonista a Vercelli tra la fine del Quattro e l'inizio del Cinquecento. I documenti, che lo dicono originario di Milano, attivo a Vercelli tra il 1478 e il 1514, fratello di altri pittori e padre del ben noto Boniforte, testimoniano di commissioni di primissimo piano, anche se perdute: l'altare maggiore della basilica di Sant'Andrea nel 1480, ad esempio, e nel 1496 il completamento dell'ancona della cappella di San Michele in Santa Maria Maggiore, lasciata interrotta da Ludovico De Donati.
La pittura di Eleazaro è caratterizzata dai panneggi scheggiati di derivazione ferrarese e dalle preziosità luministiche di ispirazione fiamminga, espresse attraverso una grafia minuta, precisa e preziosa. Una corrente della quale andrà valutato a fondo l'impatto non solo sulla formazione di pittori come Defendente Ferrari e, forse, Gerolamo Giovenone, ma anche sullo stesso Martino Spanzotti, nel cui percorso si assiste a un improvviso accendersi di interesse per spigolosità nordicizzanti.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci