Democrazia proletaria. La nuova sinistra tra piazze e palazzi
Punto Rosso
Milano, 2011; br., pp. 276, cm 15x21.
(Varia).
collana: Varia
ISBN: 88-8351-141-7
- EAN13: 9788883511417
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.46 kg
Per tutto il decennio successivo al Sessantotto, quando l'urto dei movimenti di protesta scosse il sistema politico repubblicano, l'aspirazione della nuova sinistra a rappresentare politicamente quella conflittualità sociale fu costante. Dopo le delusioni per la prova elettorale del 1972, fu il cartello elettorale di Democrazia proletaria, nel 1976, a segnare il passo in quella direzione. Un'esperienza che raccolse le principali formazioni dell'estrema sinistra - da Avanguardia operaia al Partito di unità proletaria, da Lotta continua al Movimento lavoratori per il socialismo - costituendo il tentativo più significativo di rappresentare le mobilitazioni di piazza negli equilibri dei palazzi del potere. Un'iniziativa unitaria percorsa da dinamiche e contraddizioni irrisolte, che si tradusse in una crisi irreversibile. Da essa, attraverso un tormentato processo di disgregazioni, scissioni e fusioni, l'area della nuova sinistra uscì ridisegnata. Nacque in quel contesto il partito di Democrazia proletaria, la cui assemblea costituente si tenne nell'aprile 1978 a Roma, durante i giorni del sequestro di Aldo Moro. Circostanza emblematica che palesò le difficoltà della nuova organizzazione, stretta tra le azioni dei gruppi armati e la repressione generalizzata dello stato. Dp rappresentò un'alternativa per avanguardie e delegati di fabbrica, settori sindacali e intellettuali, collettivi giovanili e comitati di lotta, associazioni democratiche, periodici e radio libere.