Giorgio Cavallo
Accademia Nazionale dei Lincei
Roma, 2008; br., pp. 78, ill. b/n, cm 17,5x26.
(Accademia Nazionale dei Lincei. Atti dei Convegni Lincei. 30).
collana: Accademia Nazionale dei Lincei. Atti dei Convegni Lincei
ISBN: 88-218-0991-9 - EAN13: 9788821809910
Testo in:
Peso: 0.37 kg
Introduzione di Giovanni Chieffi Ho accolto senza esitazione l'invito dei Soci Forti e Cappuccinelli aintrodurre questo intenso pomeriggio dedicato a ricordare Giorgio Cavallo, nostro illustre Socio, cui ero legato da una lunga affettuosa amicizia, rinsaldata dai vincoli di parentela che mi uniscono alla sua gentile Consorte Ornella, qui presente con i figli Giovanni e Rossana. Amicizia che risale ai tempi dell'immediato dopoguerra, quando ci s'incontrava nei laboratori della Stazione Zoologica di Napoli, l'Acquario per noi napoletani, il "tempio della scienza" per Benedetto Croce. Entrambi eravamo al seguito dei nostri rispettivi Maestri, Luigi Califano e Giuseppe Montalenti, Maestri accomunati da una mentalità aperta, internazionale, di grande stimolo per il mondo accademico e per la ricerca. Entrambi amavano scrivere, raccontare, organizzare seminari, convegni per innescare i processi della ricerca. Ma soprattutto li accomunava il grande rispetto per la cultura intesa come nuovo umanesimo capace di integrare le scienze con la cultura umanistica. Erano gli anni del ritorno alla Stazione Zoologica di studiosi da ogni parte del mondo per riprendere le loro ricerche in fruttuosa collaborazione. E su quel periodo napoletano ci si soffermava spesso con grande nostalgia nei nostri incontri mensili all'Accademia con il compianto Socio Alfredo Ruffo, illustre biochimico, anche Lui protagonista della vita accademica napoletana. In questo ambiente privilegiato il Nostro andava forgiando la sua preparazione scientifica. E questo periodo viene descritto da Giorgio in modo appassionato, direi commovente, nel suo libro autobiografico C'era una volta l'Istituto (1). L'Istituto che fu di Gino Galeotti, di Vittorio Scaffidi, di Pietro Rondoni, di Francesco Pentimalli, ma per Giorgio Cavallo fu soprattutto l'Istituto di Luigi Califano. Al Maestro Giorgio fu legato da profondissimi sentimenti di stima e di affetto. Gli stessi sentimenti di stima e affetto che Gli sono stati ricambiati dai suoi numerosi Allievi che oggi sono qui riuniti per ricordarNe le doti scientifiche e umane che Lo distinsero. (1) G. Cavallo, C'era una volta l'Istituto. Momenti e figure della ricerca scientifica tra guerra e ricostruzione, Bastogi, Foggia 2001.
Dopo diversi anni trascorsi in laboratori stranieri (in Belgio, in Germania e negli Stati Uniti), Giorgio giovanissimo vinse il concorso alla Cattedra di Microbiologia. Dopo alcuni anni trascorsi all'Università di Sassari, si trasferì prima a Pisa e poi a Torino dove, oltre a fondare l'Istituto di Microbiologia, fu Rettore per nove lunghi anni dal 1975 al 1984, prodigandosi, tra mille difficoltà con entusiasmo e spirito di servizio per lo sviluppo dell'Università. I suoi interessi scientifici spaziarono in vari campi della fisiologia batterica, per poi soffermarsi sulla ricerca immunologica, inizialmente indagando sul complemento. Di ritorno dagli Stati Uniti Giorgio estese le sue ricerche sulla immunogenicità degli acidi nucleici, sul riconoscimento immunitario delle cellule neoplastiche, sul ruolo degli interferoni nella risposta immunitaria. Ricerche che sono ancora attivamente portate avanti dai suoi numerosi Allievi.
La sua vivacità intellettuale lo portò a interessarsi di filosofia, giornalismo, critica dell'arte. Fu egli stesso raffinato pittore lasciandoci quadri pregevoli, oggetto di apprezzate mostre.
Giorgio Cavallo fu partecipe appassionato della vita politica. Certamente la frequentazione giovanile della casa di Benedetto Croce influenzò la sua formazione liberale, ai cui principi informò il suo impegno nel sociale. Partecipò attivamente alla vita della città di cui divenne cittadino adottivo, essendo stato ripetutamente eletto nel Consiglio Comunale di Torino. Ho appena accennato alla vita di Giorgio, vissuta in piena laboriosità. Ci sono stati, certo, momenti difficili, le ansie, le delusioni, ma nel complesso era riuscito a costruirsi una vita libera e bella. È così che mi piace ricordare Giorgio a me e ai numerosi Colleghi e Amici che Lo stimarono e Gli vollero bene.
Ringrazio tutti i convenuti per la partecipazione a questa Giornata in ricordo di Giorgio Cavallo. Anche a nome di tutti Soci Lincei desidero esprimere in questa sede, ancora una volta, la grande tristezza per la Sua scomparsa, unendoci al cordoglio della moglie Ornella Chieffi e dei figli Giovanni e Rossana.
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