Kabinett Romagna
Agenzia NFC
Borgo San Giovanni Rimini, 2019; br., pp. 64, ill.
ISBN: 88-6726-212-2
- EAN13: 9788867262120
Testo in:
Peso: 0.31 kg
"... Si sa, le immagini sono un mezzo espressivo universale, ma per cogliere le stratificazioni di significati e simboli di un autore complesso occorre conoscerne a fondo il contesto storico, la formazione culturale. Ci si domanda allora come si possa tradurre in una lingua diversa dall'italiano riminese la famosa scena del pranzo di Amarcord, durante la quale il signor Aurelio Biondi apprende che il liquido del quale è impregnato il cappello del Cavaliere è l'urina su di esso riversata al cinema dal figlio adolescente Titta. Così l'adirato signor Aurelio, rincorrendo il figlio intorno alle mura di casa, lo minaccia a piena voce di fargli interrompere gli studi e costringerlo a lavorare come manovale sotto la propria supervisione, ma l'unica reazione che suscita nel fanciullo è una richiesta di compenso. "Ti pago a martellate sulla faccia" è l'icastica controbattuta paterna. Rimbeccando con "Che borsa, babbo", il fanciullo rinfocola la diatriba: che noia gli iterati racconti autobiografici nei quali il genitore celebra la propria coscienziosa produttività. "Facciamo ridere i polli, i polli facciamo ridere" segna l'intervento della madre Miranda, che soprattutto si preoccupa per il decoro della famiglia. Qualunque riminese sa che se si vuole enfatizzare un'affermazione bisogna ripetere il predicato verbale, meglio ancora creando un chiasmo. La climax retorica dell'idioletto arriva con la deflagrazione del padre: di fronte alla palese parzialità della moglie, che vuole sottrarre il figlio Titta alla meritata punizione, rivendica la propria autorità maschile: "A casa mia faccio quell'ostcia che mi pare, te capì?". Pensando al matriarcato delle arzdore, i romagnoli sorridono..."