Recuperare le Murate. Da carcere a città. Residenze popolari, cultura, commercio e servizi pubblici.
A cura di Esposito Vincenzo.
Testi di Melosi Roberto.
Introduzione di Talluri Luca.
Firenze, 2019; br., pp. 112, ill. col., cm 22x28.
ISBN: 88-98262-74-4
- EAN13: 9788898262748
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Urbanistica e Viabilità
Testo in:
Peso: 0.55 kg
La consegna nel 2004 delle chiavi dei primi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica realizzati nell'ex carcere delle Murate ha segnato l'apertura alla città di un complesso edilizio di circa 3 ettari di aree edificate e libere in pieno centro storico, a due passi da piazza Santa Croce, da sempre recintato e precluso. Nel novembre 2018, con la consegna dei 17 nuovi alloggi e.r.p. del quinto lotto dei lavori, l'intervento di rifunzionalizzazione e di apertura alla città dell'ex complesso carcerario può dirsi quasi concluso. Si è trattato di una grande operazione di recupero urbano all'interno di uno dei centri storici più famosi al mondo, realizzato totalmente dall'amministrazione pubblica con l'obiettivo di restituire ai cittadini quella porzione di città che da metà del XIII secolo, prima convento e poi carcere, si era andata modellando come una città nella città, una comunità reclusa in uno spazio precluso ai cittadini liberi. 90 alloggi di edilizia popolare, due nuove piazze pubbliche, la galleria commerciale affacciata lungo la nuova via pedonale delle Vecchie Carceri che mette in comunicazione la via Ghibellina con via dell'Agnolo, spazi per servizi culturali e sociali, un ristorante, un caffè letterario. Sopratutto un vero e proprio nuovo pezzo di città, integrato, vissuto e con un importante presidio, in pieno centro storico, di residenza popolare.
Le varie fasi di questa straordinaria operazione, che si è caratterizzata per l'essere stata realizzata totalmente con finanziamenti pubblici e gestita, progettata e diretta da tecnici dipendenti pubblici del Comune di Firenze e di CASA S.p.A., vengono raccontate nel volume curato da Vincenzo Esposito, con testi dello stesso Esposito e di Roberto Melosi, attraverso dati, disegni, ricordi e molte fotografie che illustrano lo stato di abbandono alla fine degli anni '90, le fasi di progettazione prima e di lavorazione poi per finire con i nuovi spazi vissuti.