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Villa Strozzi "Il Querceto" nel Tempo. L'Edificio, il Giardino, il Parco Agricolo

Alinea Editrice

A cura di Grifoni T. e Rinaldi A.
Firenze, 2008; br., pp. 256, ill. b/n e col., cm 28,5x28,5.
(Architettura e Arte in Toscana).

collana: Architettura e Arte in Toscana

ISBN: 88-6055-084-X - EAN13: 9788860550842

Soggetto: Architettura e Arte Civile,Arte Libraria (Carte, Mappe, Codici Miniati),Centri Minori,Parchi, Giardini e Ambiente,Pittura,Scultura

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Firenze,Toscana

Extra: Affreschi

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.78 kg


Sembrava che alla morte di Uberto Strozzi la villa di Querceto sarebbe stata costretta ad uscire dalla dimensione di appartato, signorile riserbo in cui a lungo era rimasta chiusa e protetta insieme al suo ultimo proprietario. Catapultata in mezzo ad una equivoca vicenda di falsi testamenti, svuotata degli arredi e delle collezioni, minacciata dallo spettro del frazionamento predisposto dalla società immobiliare che l'aveva acquisita, sembrava ormai che, come altre grandi residenze monumentali, anch'essa avrebbe dovuto guadagnarsi da vivere accettendo di svolgere qualcuna di quelle funzioni speciose e improprie che, dietro la maschera ipocrita della conservazione del guscio esterno, snaturano irremediabilmente la fisiologia dell'edificio e il suo nucleo di senso. Ma così non è stato.
Alla villa di Querceto è toccata invece, inaspettatamente, una sorte rara, quella di mantenere la propria destinazione d'uso originaria e di poter seguitare a fare ciò che per cui è stata concepita, cioè ospitare un proprietario e la sua famiglia. Non solo: insieme all'identità funzionale essa ha potuto conservare anche la propria integrità fisica e ha potuto evitare, grazie ad un restauro attento e sobrio, sorretto da una scrupolosa campagna di ricerca storica, quella scia di forzature, guasti, manomissioni che spesso accompagnano le inevitabili operazioni di adeguamento funzionale. Questa pubblicazione intende completare sul piano conoscitivo l'opera di recupero materiale. I diversi contributi mettono a frutto l'imponente lavoro di ricerca e di scavo archivistico condotto da Tiziana Grifoni che ha accompagnato l'opera di restauro.

Innanzi tutto si è cercato di valorizzare e di estrarre dalle sovrastrutture barocche il nucleo pressoché intatto dell'antico palagio trecentesco dei Buonaccorsi. Quanto riemerge della facies trecentesca lascia intravedere i contorni di un edificio di qualità altissima che trasferisce nella residenza extraurbana le conquiste formali della più avanzata architettura civile cittadina. Le vicende successive sono oscurate da una prolungata lacuna documentaria che si protrae sino alla fine del '500, quando inizia un ciclo di lavori di rinnovamento che alla metà del secolo XVIII porta la villa ad assumere l'aspetto attuale. E da quel momento cominciano ad affluire sempre più folti e torrenziali i materiali archivistici dissepolti da una paziente e lunga campagna di scavo nel vasto, ma accidentato Archivio Strozzi Sacrati.
La documentazione trapassa continuamente dalla dimensione impegnativa degli interventi maggiori che via via riplasmano l'edificio, alla scala microscopica dei minuti eventi quotidiani, alle pratiche e alle cose della vita materiale, suppellettili, strumenti di lavoro, dai problemi di gestione alle memorie private. Tanta dovizia di informazioni ha trovato spazio soprattutto nel capitolo dedicato al giardino e alla sua collezione di agrumi.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci