Vergilius Publius Maro. Bucolicon, Georgicon, Aeneis del manoscritto «Ricc. 492» e commentario
Art Codex srl
A cura di Lazzi G.
Acclude commentario (br., pp. 64, cm 21,5x29,5) a cura di Giovanna Lazzi.
Edizione limitata a 999 copie numerate.
Riproduzione in facsimile del codice originale (Bucolicorum Libri CC 1r-17r, Georgicorum Libri CC 18r-60v, Aeneis CC 61r-254r. Firenze, sec. XV, sesto decennio, miniato da Apollonio di Giovanni) e conservato presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze (Cod. Ricc. 492).
Serramazzoni, 2004; br., pp. 512, ill. col., cm 20x30,5.
(Biblioteca itinerante. L'essenza del codice miniato).
collana: Biblioteca itinerante
ISBN: 88-89276-09-6 - EAN13: 9788889276099
Soggetto: Archivistica, Bibliografia, Editoria,Arte Libraria (Carte, Mappe, Codici Miniati),Ristampe anastatiche, Epistolari
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Firenze
Testo in:
Peso: 0.35 kg
Nelle 88 miniature tabellari, di cui 19 non finite, disposte in sequenza nel margine inferiore come corredo illustrativo delle pagine incipitarie delle BUCOLICHE, delle GEORGICHE e dell'intero svolgersi dell'ENEIDE (fino all'interruzione a carta 105), è stata ormai unanimemente riconosciuta la mano di APOLLONIO DI GIOVANNI e della sua bottega.
Se la presenza di aiuti è visibile in alcune scene tuttavia l'apparato decorativo può ritenersi frutto dell'impianto dell'artista, che vi ripresentò il mondo cortese-cavalleresco dei cassoni e delle spalliere in cui si era a lungo cimentato.
Questo tipo di rivisitazione del poema classico induce a calare la vicenda nel presente, attualizzato dalla moda, attentamente seguita nel fastoso abbigliamento, e dalle numerose citazioni di edifici, primo fra tutti il PALAZZO DI VIA LARGA, ripetutamente rappresentato dal vero sia come la REGGIA DI PRIAMO, in tutte le scene della CADUTA DI TROIA (cc. 82 e seguenti), sia di quella di DIDONE A CARTAGINE, prima nelle fasi di costruzione (c. 72r), poi con l'ariosa apertura prospettica sul cortile nell'incontro di DIDONE e ASCANIO-CUPIDO (74v), e la successiva veduta della tavola riccamente imbandita (c.75r).
L'alone Mediceo spira dunque nel codice, anche se non vi compaiono chiare imprese o insegne araldiche, tanto che nel giovinetto biondo in mezzo ai pastori (c. 1r) è stato anche riconosciuto LORENZO. Una sottilissima trama di riferimenti si dispiega, infatti, nel distillato linguaggio di APOLLONIO ed è ancora, in parte, da decodificare.
Non forse direttamente dai MEDICI ma da una famiglia a loro molto legata fu commissionato lo splendido manoscritto che allude suggestivamente a varie vicende fiorentine: lo sbocco al mare di recente conquistato con gli specchi d'acqua nelle aperture di paesaggio, l'egemonia sulle città toscane con le citazioni dei monumenti di PISA (il BATTISTERO, la TORRE) e l'assimilazione a ROMA nel ruolo di faro di civiltà ( il PANTHEON e la COLONNA TRAIANA), la PAX ritrovata nelle tranquille opere dei campi, favorita da COSIMO, dopo le vicende delle lotte interne, forse alluse dall'impiccato sullo sfondo della carta di apertura (c. 1r).
La costruzione del palazzo e la decorazione della CAPPELLA DEI MAGI (1459-60) con gli affreschi del GOZZOLI, la morte di COSIMO del 1464 e quella di APOLLONIO del 1465 possono costituire dunque importanti punti di riferimento cronologico a cui ancorare la confezione del sontuoso codice.
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