Antonio Gherardi. Artista Reatino (1638-1702). Un Genio Bizzarro nella Roma del Seicento
Artemide Edizioni
Rieti, Palazzo Papale, Sala delle udienze, 27 giugno - 28 settembre 2003.
A cura di Saraca Colonnelli L.
Roma, 2003; br., pp. 206, ill. b/n e col., cm 24,5x27.
ISBN: 88-86291-70-1 - EAN13: 9788886291705
Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Nessun Luogo
Testo in:
Peso: 1 kg
L'artista mantenne costanti legami con la città natale e soprattutto con Loreto Mattei, poeta scrittore e primo traduttore italiano dei Salmi di David.
Di questi primi anni romani è una tela, perduta, per Palazzo Riario, residenza della regina Cristina di Svezia. Negli stessi anni (1660-62 ca.) esegue un ciclo di sei acqueforti che illustrano la vita e il martirio di S. Martina commissionate probabilmente da un esponente della famiglia Barberini, per i quali esegue tre cartoni per arazzi con le storie di Urbano VIII.
Tra la fine del 1667 e gli inizi del 1669 Gherardi compie un viaggio di studio nell'Italia centro- settentrionale, alla ricerca "del gusto, della maniera e del bel colorito lombardo". Fu così a Bologna, Venezia, Genova, Milano, Firenze e, sulla strada del ritorno a Perugia.
Gli effetti di questo itinerario pittorico si leggono nella decorazione del soffitto dell'oratorio di S. Maria in Trivio rappresentanti Le storie della Vergine.
Dal 1673 al 1675 esegue gli affreschi, per il marchese Fabrizio Nari, nel salone d'angolo del piano nobile del suo palazzo romano; al centro della volta: Il trionfo della verità sull'inganno intorno quattro episodi biblici con le Storie di Ester; i dipinti sono stiticamente vicini a quelli realizzati dal Veronese, nella chiesa di S. Sebastiano dei Gerolamini a Venezia.
Tra il 1673 e il 1674 S. Rosalia intercede presso la Sacra Famiglia per la cessazione della peste dipinto per la cappella omonima della chiesa di S. Maria Maddalena di Roma, oggi conservato nel Musèe Fesch di Ajaccio.
Il 17 giugno del 1674 Gherardi è nominato accademico di S. Luca; nell'anno successivo dipinge La morte del Beato Solano, per l'omonima cappella della chiesa di S. Maria in Aracoeli; da ora il Gherardi unirà all'attività di incisore e pittore anche quella di architetto è suo il progetto architettonico e pittorico della suddetta cappella.
Dello stesso anno è la tela rappresentante la Sacra Famiglia con S. Giovannino nel Duomo di Monterotondo. Nel '77 il Gherardi riprende i lavori per S. Maria in Trivio occupandosi della sistemazione della zona absidale, del disegno del gruppo scultoreo rappresentante Il trionfo della Croce, posto sull'arcata della tribuna, e della tela del S.Camillo de Lellis che guarisce un infermo di casa Crescenzi.
Nel 1680 gli viene commissionata da Pietro Paolo Avila la cappella funebre di famiglia nella chiesa di S. Maria in Trastevere di Roma; oltre al progetto architettonico Gherardi esegue la pala d'altare raffigurante il S. Gerolamo penitente nel deserto ; nello stesso anno per l'altare maggiore della chiesa del SS. Sudario: Cristo giacente nel sudario adorato dai santi e beati della casa Savoia.
Il 29 agosto del 1682 Antonio Gherardi riceve la carica di nobile dal Consiglio Comunale di Rieti.
Oltre all'attività romana, l'artista è impegnato per diversi luoghi dell'Umbria e del Lazio.
Nel 1684 esegue la splendida tela per la cappella Sperella del Duomo di Gubbio rappresentante La nascita di Maria; lavora poi alla Natività per la chiesa di S. Giovanni Decollato di Narni (ora nella sagrestia della chiesa di S. Francesco) e l'anno successivo realizza gli apparati effimeri per la festa dell'estirpazione del calvinismo in Francia.
Firmata e datata, 1688 è La Madonna appare a S. Andrea, del Museo Civico di Gubbio, restaurata in occasione della mostra reatina. Dello stesso anno la S. Cecilia, pala d'altare della cappella omonima in S. Carlo ai Catinari di Roma; è qui che Gherardi, subentrato al Rainaldi, ottiene il risultato più alto di combinazione tra architettura, scultura e pittura, riservando un ruolo centrale alla funzione della luce che scende dall'alto.
Tra il 1692 e il 1693 realizza tre tele per Gubbio rappresentanti la Natività e l'Adorazione dei Magi per la chiesa di S. Maria dei Laici (ora entrambe sulla controfacciata del Duomo) e l'Immacolata Concezione nella chiesa di S. Francesco.
All'ultimo decennio del secolo appartengono la tela di Gesù placato dalle preghiere della Madre, S.Francesco e S. Domenico nella chiesa di S. Lucia di Gubbio, l'Immacolata Concezione in quella di S. Antonio al Monte di Rieti e la Sacra Famiglia con S. Anna e S. Giovannino per la demolita chiesa dei Ss. Venanzio e Ansuino dei Camerunesi in piazza dell'Aracoeli a Roma (ora nella chiesa del Cristo Re).
Nel 1698 Gherardi è nominato architetto e pittore della cappella di S. Teresa in S. Maria in Traspontina, opera commissionatagli dal Procuratore generale dell'ordine carmelitano Francesco Ximenes Mediano. La cappella terminata nel giugno dello stesso anno conserva la tela rappresentante l'Estasi di S. Teresa.
La sua ultima testimonianza pittorica è il S. Leonardo libera un carcerato eseguita nel 1698 per la demolita chiesa di S. Maria del Suffragio di Rieti; dal 1945 è conservata nel museo civico di Rieti.
Il 10 maggio del 1702 Antonio Gherardi muore a Roma e viene sepolto nella chiesa di S. Maria sopra Minerva; nel testamento del 7 maggio lascia eredi i figli superstiti, ed usufruttuaria la moglie Porzia Alberelli, al "suo Giovine" Giovan Battista Bruschi tutti gli attrezzi da pittore, escludendo disegni e quadri e dieci scudi del ricavato della vendita che si avrà dal quadro grande del Ratto delle Sabine; lascia inoltre a Monsignor Lancisi, in segno di stima, una Tela di mezza testa rappresentante la Carità Romana.
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