Il rumore della memoria. Arte e impegno civile per i 50 anni del Museo al Deportato di Carpi
Artestampa Edizioni
A cura di Ada Patrizia Fiorillo e Lorenza Roversi.
Modena, 2024; cartonato, pp. 110, ill., tavv. b/n e col., cm 22x28.
EAN13: 9791255761525
Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura
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Cinquant'anni fa, il 14 ottobre 1973, veniva inaugurato il Museo Monumento al Deportato politico e razziale di Carpi. Un lungo iter progettuale accompagnerà la sua gestazione avviata, nei primi anni Sessanta, per iniziativa di Bruno Losi, allora Sindaco della città. Il bando del concorso presentato in una pubblica conferenza a Roma presso il Senato della Repubblica, il 19 dicembre 1962, vedrà quale vincitore, due anni dopo, lo studio degli architetti BBPR di Milano, composto, dopo la scomparsa a Gusen di Gian Luigi Banfi, da Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto N. Rogers. Il Museo Monumento, così come lo si vede oggi, nel suo ideale e fattuale collegamento all'Ex Campo di Fossoli, dal 1942 area di concentramento e di transito verso la deportazione in Germania, è il simbolo, tensivamente concepito, di una delle pagine più buie della storia che la memoria non può e non deve cancellare. Nel succedersi del suo percorso, dall'esterno del cortile all'interno delle sue stanze, corrono, silenziosi e potenti, segni, oggetti, scritte, immagini, quale coagulo di un'emotività visiva che ricorda il sacrificio di donne e di uomini, vittime di una degenerazione senza pari. Da queste premesse, nasce il progetto della mostra odierna. Un percorso espositivo che, in uno stretto legame al suo contesto, muove dalle testimonianze graffite, su alcune delle sue pareti, di artisti quali Pablo Picasso, Fernand Léger, Renato Guttuso, Corrado Cagli e Alberto Longoni. Nel suo titolo evocativo "Il rumore della memoria", questa mostra si propone come una narrazione esemplificativa dell'impegno civile dell'arte nella società e nella storia. È un tracciato costruito sulla presenza di opere, tra dipinti, sculture e disegni, realizzati da protagonisti della scena nazionale e internazionale. Una selezione con la quale si è messa in scena una prospettiva serrata che dal buio spinge verso la luce e la speranza. A concorrervi, con i bozzetti originali delle opere degli artisti presenti sulle pareti del museo, sono i lavori di figure quali Gonzales, Treccani, Morlotti, Levi, Zancanaro, Vedova, Manzù, Mirko, Cherchi, Garelli, Carrà, Braque, Carpi, quest'ultimo presente con un ricco fondo di disegni di proprietà dello stesso museo.