La Via Italiana all'Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle Ultime Tendenze
Cairo Publishing
A cura di Patarini V.
Milano, 2013; br., pp. 391, ill. b/n e col., tavv., cm 24x28.
(Artisti).
collana: Artisti
ISBN: 88-6052-398-2
- EAN13: 9788860523983
Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo,Nessun Periodo
Testo in:
Peso: 2.407 kg
C'è un rapporto diretto tra la precisione del gesto e la precisione del segno sulla tela. E un rapporto altrettanto diretto tra tale precisione e l'efficacia di quel segno sullo spettatore. Perché chi guarda un quadro in realtà non guarda solo con gli occhi, ma guarda con tutto il corpo. In ogni processo di fruizione c'è una fortissima componente di mimesis. Sì, la mimesi è di chi fruisce non di chi fa un'opera d'arte, con buona pace di Aristotele. Si tratta di un processo spontaneo: quando ascoltiamo una canzone ci viene spontaneo di cantarla (se ci piace). Quando leggiamo un libro ripetiamo con o senza voce le parole. È stato provato che anche chi legge "mentalmente" in realtà ha dei movimenti e delle contrazioni dell'epiglottide come se parlasse, come se ripetesse le parole che sta leggendo. Quando guardiamo un danzatore il nostro corpo partecipa dell'azione sulla scena, con impercettibili micro-movimenti che assecondano, eseguono "in potenza" la danza. E chi guarda un quadro? Chi guarda un quadro dipinge: e tutto il suo corpo esegue "in nuce" la danza che ha generato quel dedalo di segni sulla tela. Per questo davanti ad un quadro di Vedova ci sentiamo squassati e in balia di una tempesta, mentre davanti ad un quadro di Afro un vago languore e una musica sospesa ci cullano. E davanti ad un taglio di Fontana un brivido ci corre lungo la schiena. È il nostro corpo che rivive il ritmo dei gesti che hanno generato quello che abbiamo davanti. E dal moto del corpo scaturisce poi l'emozione.