L'ora dello spettatore. Come le immagini ci usano.
Campisano Editore
A cura di M. Di Monte e Gennari Santori F.
Roma, 2020; br., pp. 264, ill. col., cm 21x27.
ISBN: 88-85795-61-7
- EAN13: 9788885795617
Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 2 kg
Quadri, dipinti, immagini, in fila sulle pareti di musei e gallerie, stanno lì in bella mostra per essere guardati. In realtà, sono stati fatti propriamente per essere guardati. Senza qualcuno che li guardi, sono oggetti mancati, prima ancora che inutili, sono opere a metà, per così dire, solo potenzialmente complete, come in un dialogo in cui uno dei due interlocutori manchi ancora all'appello. Sta dunque allo spettatore fare l'altra metà dell'opera, rispondere a quell'appello che le immagini implicitamente gli rivolgono. Ma non basta entrare in un museo o visitare una mostra per riuscire a vedere quel che veramente ci sarebbe da vedere; non basta dare un'occhiata frettolosa, come spesso succede, o limitarsi a registrare la prima immediata impressione. Per stabilire con le opere quel tipo di rapporto che le opere stesse - e i loro artefici attraverso di esse - si aspettavano e si aspettano dal loro pubblico bisogna cercare di essere il tipo giusto di pubblico. La pittura si può vedere anche così: per capire che cosa veramente vediamo e che cosa non vediamo, per imparare a vedere meglio, a vedere di più. E persino a vedere noi stessi, perché le immagini, anche quelle più antiche, anche quelle che ci parlano dal passato, ci dicono chi crediamo di essere, e ci fanno vedere come siamo. Perché l'ora dello spettatore, come quella delle immagini, è sempre ora.