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Tre Cardinali e un Monumento. Viaggio nella Roma del Seicento tra Devozione e Arte

Campisano Editore

A cura di Barberini M. G. e Giometti C.
Roma, 2014; br., pp. 168, ill. b/n e col., cm 21x27.
(I Restauri).

collana: I Restauri

ISBN: 88-88168-65-6 - EAN13: 9788888168654

Soggetto: Architettura e Arte Religiosa,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Lazio,Roma

Extra: Barocco & Rococò,Religione e Arte Religiosa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.76 kg


Una donna colta e di grande determinazione, tre illustri esponenti della sua famiglia e della curia di Roma da commemorare, uno scultore di belle speranze alla ricerca di una revanche professionale e dell'occasione giusta per dimostrare le sue qualità. Sono questi gli elementi che danno vita alla storia che si vuole ricostruire in questo libro, una vicenda legata a un monumento funebre mai realizzato ma del quale è rimasta qualche traccia nelle fonti seicentesche, forse proprio per l'importanza non comune dei suoi protagonisti e per l'esistenza di un marmo altrettanto fuori dall'ordinario. Un'opera davvero monumentale e di notevole originalità compositiva che ha vissuto una serie di vicissitudini degne di un romanzo d'avventura rischiando, in epoca recente, di essere tagliata a pezzi per ricavarne blocchi di marmo destinati alla vendita. Promotrice di questa operazione di mecenatismo fu la marchesa Felice Zacchia Rondinini (1593-1667) che fu nipote, figlia e madre dei tre cardinali effigiati nel marmo dall'ambizioso Domenico Guidi (1625-1701), allievo di Alessandro Algardi e scultore di fiducia della nobildonna. Il complesso monumentale era destinato alla chiesa del monastero di stretta clausura della Santissima Concezione ai Monti, concepito con straordinaria volontà dalla irrequieta suora clarissa Francesca Farnese e che la stessa Felice Zacchia aveva contribuito a finanziare. Sulla scorta della figura di questa donna "versata in ogni sorte di scienze, e di costumi santissimi", si è voluto ampliare l'indagine a un gruppo eterogeneo di nobili romane che si fecero attive organizzatrici di opere pie e di luoghi di carità. In questo modo si guadagnarono uno spazio proprio in pieno contrasto con l'immagine femminile passiva comunicata dal clima post-tridentino. E vissero un'esperienza religiosa speculare e opposta alle diffuse pratiche mondane del fastoso mondo ecclesiastico gravitante intorno alla corte papale del lungo pontificato di Urbano VIII Barberini. Di alcune conosciamo, oggi, i volti attraverso ritratti dipinti o scolpiti. Ma, in generale, la memoria di queste donne si è persa nel tempo molto presto, una memoria che qui si è cercato, almeno in parte, di ricostruire.

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