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Benedetto Alfieri. 1699-1767, Architetto di Carlo Emanuele III. E

Campisano Editore

Torino, Atti del Convegno Internazionale, Reggia di Venaria, 14 ottobre - 16 ottobre 2010.
A cura di Cornaglia P., Kieven E. e Roggero C.
Roma, 2013; br., pp. 460, 200 ill. b/n e col., cm 17x24.

collana: Architettura e Potere. Lo Stato Sabaudo e la costruzione dell'immagine in una corte europea

ISBN: 88-88168-91-5 - EAN13: 9788888168913

Soggetto: Architetti e Studi,Saggi (Arte o Architettura),Storia dell'architettura

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.5 kg


Il presente volume raccoglie gli atti del secondo convegno dedicato a Benedetto Alfieri (1699-1767), Primo Architetto di Carlo Emanuele III dal 1739 e successore di Filippo Juvarra. Alfieri ne prosegue l'opera in qualità di architetto di corte, intervenendo a tutte le scale, dalla decorazione degli interni alla progettazione architettonica e urbanistica e sarà per un quindicennio, dopo la morte del predecessore, al centro di relazioni internazionali godendo di un riconoscimento europeo. Il suo ecclettismo può essere inteso come seria maturità, capacità di trovare soluzioni corrette a problemi diversi con formule differenti. Se alla capitale del regno, sotto Vittorio Amedeo II, serviva un genio capace di connotare in modo indelebile il suo volto, negli anni di Carlo Emanuele III serviva invece una mente salda, robusta, capace di tenere le redini di ciò che era stato iniziato, ma anche di adeguarlo a nuove e più complesse esigenze, unendo monumentalità e dettaglio, semplicità e raffinatezza. Sebbene molte delle sue opere siano state distrutte o erroneamente attribuite ad altri, tra le testimonianze più rilevanti di Alfieri si colloca il Teatro Regio a Torino (1740), a cui venne dedicato ampio spazio nelle tavole dell'Encyclopédie e al quale è connesso il completamento (1737- 1757) delle Segreterie di Stato e di Guerra con l'assestamento dei percorsi di collegamento fra palazzo, ministeri, teatro, archivi, scuderie, di cui nodi importanti all'interno di questo sistema sono lo scalone posto fra Rondò e Segreterie e la grande Cavallerizza (1740). Si ricordano inoltre la facciata della cattedrale di Ginevra su modello del Pantheon, il completamento e la messa a regime della reggia di Venaria Reale a partire dal 1750, la chiesa di Carignano dedicata ai Santi Giovanni e Remigio (1756-1757) e i palazzi nobiliari in città oltre ad interventi a livello urbanistico (piazza Palazzo di Città a Torino, 1757) e alle decorazioni di interni, spesso vette della sua opera, preziose ma nascoste.
Il convegno sistematizza gli studi condotti e fornisce nuove letture della sua figura e della sua opera di architetto in un contesto che vede operanti e intrecciate la tradizione tardobarocca e rococò e la rinnovata attenzione al linguaggio classico. I saggi, presentati da studiosi di livello internazionale, permettono innanzitutto di inquadrare in un sistema più organico i contributi e le ricerche sin qui svolte, ma anche di riflettere sull'effettivo profilo di Alfieri attivo tra Asti, Torino, Vercelli e Ginevra.

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