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Alternative per il socialismo. Vol. 66-67

Castelvecchi

Roma, 2023; br., pp. 276, cm 15x21.

ISBN: 88-6944-058-3 - EAN13: 9788869440588

Soggetto: Periodici

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.32 kg


Le parole che forniscono il titolo a questo fascicolo della nostra rivista - "Siamo tutti in pericolo" - sono di Pier Paolo Pasolini. Sono tratte dalla sua ultima intervista, che rilasciò a Furio Colombo nel pomeriggio del 1° novembre 1975. Compaiono alla fine della loro conversazione. Ma Pasolini non la riteneva conclusa. Si riprometteva di tornarci sopra il giorno successivo: «Ho una cosa in mente per rispondere alla tua domanda. Per me è più facile scrivere che parlare». Ma non ci fu più tempo. Nella notte venne brutalmente ucciso sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia. Non si tratta solo di un omaggio alla figura del grande intellettuale in occasione del centenario, appena trascorso, della sua nascita. È piuttosto un'attualizzazione. Quelle sue parole, per quanto riferite a ben altro contesto, dopo quasi cinquant'anni descrivono meglio di molte altre lo stato d'animo diffuso e la condizione reale in cui siamo immersi. Come se la capacità che fu propria di Pasolini, la sua cifra in vita, di sentire il deteriorarsi delle cose e dei rapporti umani intorno a sé, di percepire con la ragione, di più, di avere il senso della inesorabile costruzione di un "ordine basato sull'idea di possedere e sull'idea di distruggere", fosse stato proiettato in un tempo a lui futuro che coincide con il nostro presente. Siamo stretti in una morsa di eventi precipitati in rapida successione, senza soluzione di continuità, o addirittura contemporaneamente, che rende incerti, foschi, pericolosi i tempi, anche quelli prossimi, che abbiamo di fronte. Alla grande crisi economico-finanziaria si è aggiunta la pandemia del Covid, alla guerra, o meglio alle tante guerre dimenticate, si sovrappone il pericolo sempre più assillante di un conflitto nucleare megadistruttivo. E nessuno di questi novelli cavalieri dell'Apocalisse è stato ancora vinto e neppure disarcionato. Il Doomsday Clock ("l'orologio del giorno del giudizio") ha indicato che mancano solo 90 secondi alla sovrapposizione fatale delle lancette, cioè alla mezzanotte della fine del mondo.

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