Il giudice privato nel processo civile romano. Omaggio ad Alberto Burdese
Cedam
A cura di Garofalo L.
Padova, 2012; 2 voll., br., pp. 1176, cm 17,5x25.
(L'Arte del Diritto).
collana: L'Arte del Diritto
ISBN: 88-13-33265-3
- EAN13: 9788813332655
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Peso: 2.3 kg
L'opera si apre con quattro lavori in cui si affrontano le questioni relative alle origini del processo civile. Nel seguito sono analizzate le principali linee di ricostruzione dogmatica della dinamica processuale romana: ci si occupa innanzitutto dell'intangibilità del giudicato problema che tanto affatica la moderna dottrina processualistica, ma di cui non si trova traccia nella riflessione dei giuristi romani, essendo sorto in epoca medievale sulla scorta dei passi della compilazione giustinianea. Si analizza poi la distinzione tra dispositivo e parte motiva della sentenza, osservando come nel processo formulare la questione della sussistenza o meno di un obbligo di motivazione delle sentenze non avesse neppure motivo di essere posta. Si passa infine a sviluppare il tema dell'onere della prova, in merito al quale l'apporto della giurisprudenza si manifesta soprattutto nell'adattare le tendenze consolidate in fatto di doveri probatori alle esigenze di equità del singolo caso, senza produrre degli schemi astratti generalizzanti. Un ulteriore contributo approfondisce il valore del giuramento nel mondo romano arcaico e le sue prime applicazioni in ambito processuale, analizzandone gli elementi etimologici e costitutivi, le conseguenze dello spergiuro, nonché l'uso del sacramentum quale mezzo di impostazione del iudicium. L'opera si chiude con un ampio saggio concernente un particolare tipo di giuramento, il quale poteva essere prestato dal giudice.