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Memorie di Paesaggio. Il Veneto Felice nei suoi pittori del Novecento

Cicero

Torre Di Mosto, MUSEO DEL PAESAGGIO, 12 giugno - 5 settembre 2010.
Venezia, 2010; br., ill. b/n e col., tavv.

Soggetto: Pittura

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Veneto

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


I grandi maestri della pittura veneta di paesaggio tra '800 e '900 riuniti per la prima volta in una mostra permetterà di ammirare i capolavori del paesaggismo veneto, da Ippolito Caffi a Pio Semeghini, passando per Emma Ciardi, Filippo de Pisis, Teodoro Wolf-Ferrari, e i protagonisti della Scuola di Burano.
Organizzata dal Comune di Torre di Mosto con il suo Museo del Paesaggio in collaborazione con il Comune di Mira(dove la mostra è stata vista dal 27 marzo al 30 maggio), "Memorie di Paesaggio" racconta con una ottantina di dipinti lo sviluppo della pittura paesaggistica nel Veneto, attraverso gli artisti e i movimenti che hanno influenzato il Novecento pittorico del territorio modificandone il linguaggio espressivo. Per la realizzazione della mostra hanno contribuito la Fondazione di Venezia, la Fondazione Terra d'Acqua e la Fondazione Comunitaria Riviera-Miranese.
Curata da Stefano Cecchetto, la mostra propone un percorso che, dalle prime grandi esposizioni dell'Opera Bevilacqua La Masa a Ca' Pesaro, arriva fino agli anni Sessanta. L'esposizione si divide in quattro sezioni specifiche: "Venezia, nella veduta tra Ottocento e Novecento", "Memorie di Paesaggio", "Pio Semeghini e gli amici modenesi a Burano" e "Riletture di paesaggio".
"Venezia, nella veduta tra Ottocento e Novecento" ripercorre i temi di una poetica legata alla rappresentazione di Venezia quale città della luce. Qui si trovano alcuni pittori che hanno determinato lo stacco dalla figurazione ottocentesca per un espressionismo più moderno, come Ippolito Caffi e Emma Ciardi, fino al segno più modernista dei lavori di Mario Deluigi. Il passaggio dalla visione poetica di una Venezia incantata a quella più viva e nascosta si ritrova invece nell'opera di Filippo de Pisis e Juti Ravenna: quest'ultimo, in particolare, conferma la visione di una città che si trasforma attraverso il segno di una pittura veloce, che scaturisce dall'impulso di un'emozione passionale e diretta.
"Memorie di Paesaggio", la seconda sezione della mostra, indaga la rappresentazione dei luoghi del vissuto quotidiano, attraverso l'opera di alcuni artisti che hanno descritto il paesaggio en plein air. Fuori dalla concezione onirica di un luogo della memoria, i quadri che caratterizzano questa sezione sono gli emblemi di un racconto per immagini, ma anche la cronaca puntuale di un paesaggio visto e documentato sulla tela, come nel caso dei dipinti di Teodoro Wolf-Ferrari, che riportano fedelmente la data e l'ora di quelle particolari emozioni visive.
Sono presenti in questa sezione anche opere di Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo e gli artisti che hanno segnato in maniera significativa il gusto della pittura di paesaggio nel Veneto del Novecento, poi ingiustamente rimossi dalla memoria contemporanea, come Carlo Dalla Zorza, Aldo Bergamini, Marco Novati, Mario Carraro, Luigi Cobianco, Mario Disertori, Eugenio Da Venezia, Luigi Pagan.
In questa sezione è inoltre presente un piccolo capolavoro di Giorgio Morandi che rappresenta il tema del paesaggio con l'impostazione malinconica di una natura morta.
La terza sezione vuole essere un omaggio a Pio Semeghini e ai pittori modenesi che andavano a trovarlo a Burano e venivano rapiti dalla magica atmosfera dell'isola. "Pio Semeghini e gli amici modenesi a Burano" è la testimonianza di questa presenza assidua, documentata da alcuni lavori di Giuseppe Miti Zanetti, Leo Masinelli, e soprattutto dal notevole contributo di Mario Vellani Marchi.
L'omaggio si apre con tre opere di Pio Semeghini: una veduta della Giudecca e due Burano dei primi anni Venti, in cui il lavoro dell'artista sulla poetica della luce è accentuato da un segno morbido e sensibile, che esalta il velario di una foschia impercettibile, fino a stravolgerne la realtà.
Chiude l'esposizione "Riletture di paesaggio", una ricognizione sul panorama di alcuni artisti viventi che interpretano, con un linguaggio nuovo, la rilettura di alcune tematiche legate alla visione di un paesaggio ormai completamente cambiato. Questa metamorfosi, descritta dai lavori di Giovanni Cesca, Giani Sartor, Daniele Giovanardi, Giorgio Mastinu e Arturo Benvenuti , conferma la cifra stilistica di un soggetto che rimane ancora vivo e attuale nell'interpretazione immediata del vissuto quotidiano.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci