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«Saepe mihi cogitanti...». Studi di filosofia tardo-antica, medievale e umanistica offerti a Giulio d'Onofrio

Città Nuova

A cura di Bisogno A., Cavallini A. e Catalani L.
Roma, 2023; br., pp. 608.
(Institutiones. Paradigma medievale).

collana: Institutiones. Paradigma medievale

ISBN: 88-311-1560-X - EAN13: 9788831115605

Soggetto: Arti Decorative (Ceramica, Porcellana, Maiolica),Extra Europa,Società e Tradizioni

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0 kg


«Saepe mihi cogitanti». Così esordisce, con eco ciceroniana, il Periphyseon di Giovanni Scoto, capolavoro del pensiero altomedievale, opera amata e frequentata da Giulio d'Onofrio nei suoi anni di insegnamento di Storia della filosofia medievale in varie istituzioni, ma soprattutto presso l'Università degli Studi di Salerno. A lui, con affetto, stima e gratitudine, è dedicato il presente volume. Una delle costanti del magistero di Giulio d'Onofrio è stata l'attenzione alla lectura e alla littera del testo filosofico. Solo muovendo da una lettura diretta e competente degli autori, infatti, si può fare 'storia della filosofia'. Leggere e comprendere un testo filosofico medievale richiede un certo numero di competenze specifiche: familiarità con la lingua, padronanza del lessico filosofico dell'epoca, capacità di individuare le fonti e le tecniche argomentative adottate, conoscenza della storia delle idee e consapevolezza del contesto intellettuale immediato in cui il testo si inserisce. Non è ovvio trovare tutte queste qualità in uno studioso. Giulio d'Onofrio non solo ha dato prova di possederle, come testimoniano le sue illuminanti e mai scontate interpretazioni dei testi, ma ha dedicato con passione la sua docenza universitaria a formare gli studenti a questo tipo di lettura. Facendo tesoro del suo insegnamento, allievi e amici hanno voluto offrirgli contributi che sono, in modo diretto o indiretto, esegesi di un testo filosofico tardo-antico, medievale o umanistico, composto all'interno dei limiti cronologici di quel 'Paradigma medievale' che Giulio d'Onofrio stesso ha individuato (fra il Concilio di Nicea del 325 e quello di Trento, concluso nel 1563).

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