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Autoritratti. Artisti del Terzo Millennio

Congedo Editore

Lecce, Quartiere Fieristico Galatina, 1 dicembre - 3 dicembre 2011.
Ceglie Messapica, CENTRO STORICO, 24 luglio - 26 agosto 2012.
CENTRO ESPOSITIVO ROCCA PAOLINA, CERP, 26 luglio - 26 agosto 2012.
Galatina, 2011; br., cm 24x30.
(Territorio Arti Visive e Storia dell'Arte Contemporanea. 3).

collana: Territorio, Arti Visive e Storia dell'Arte Contemporanea

ISBN: 88-8086-954-X - EAN13: 9788880869542

Soggetto: Fotografia,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.54 kg


Autocelebrazione, narcisismo, vanità? Vien da chiederselo di fronte a quelle opere d'arte che, in ogni epoca e in ogni estetica, hanno visto, prima o poi, l'artista cimentarsi in un (a volte più d'uno in verità) autoritratto. Cosa spinge un artista a 'specchiarsi' in una propria opera (sia essa pittorica o fotografica), ritraendo se stesso? In fondo quel 'se stesso' è sempre lì, presente in ogni millimetro di ogni sua creatura: un testo, o una tela, o una pellicola, non può non avere dentro l'autore che l'ha generato, c'è sempre, è un fatto ineludibile, e ciò in ogni caso, tanto nella consonanza con l'opera, quanto nella dissociazione da essa, o nel suo rifiuto totale. Il dialogo autore-opera, armonico o conflittuale che sia, è costante e precipita nell'opera medesima, dicendo perciò sempre dell'autore.
Questa presenza, da leggere in filigrana, può essere esplicitata al punto da divenire essa stessa il 'soggetto' dell'opera! L'autoritratto, per l'appunto. Con tutti i giochi di riflessi all'infinito che si possono borgesianamente percorrere: autorappresentazione come sé, come 'altro' nel sé, come sé che riflette su sé medesimo nell'atto del rappresentarsi, come sé percepito, come sé ipotizzato essere nella testa degli altri, come autodeformazione, come rappresentazione del proprio sguardo che si guarda o che piuttosto si immagina, ecc. ecc. ecc.
Un bel dispositivo, che a tratti può essere anche divertente se giocato con ironia.
Ecco allora che forse una risposta univoca non c'è alla domanda iniziale: il gioco dell'autoritratto assume molte forme e molti significati a seconda di come lo si 'gioca', a seconda, ancora una volta, di quello che si è.
L'autoritratto perciò è sempre, in ogni caso, vero.
Un interessante viaggio in simili e ulteriori riflessioni su questo affascinante tema è quello che ci propone "Autoritratti. Artisti del Terzo Millennio", il catalogo dell'omonima mostra curata da Massimo Guastella il quale, come egli stesso scrive nel suo saggio introduttivo, intende portare alla riflessione la persistenza nell'arte dell' "interrogarsi sulla figura, il sondare la corporeità [...]. Ora il volto o il mezzo busto o la figura intera dello stesso 'creatore' può mascherarsi o corrodersi, talvolta celarsi persino dissolversi nei linguaggi concettuali o, all'opposto, pur nell'assenza di canoni, riaffermarsi perentorio nelle sembianze, nell'articolazione dei tratti, della mimica".
Così il catalogo accoglie un nutrito gruppo di artisti eterogenei per formazione, età e background culturale, le cui opere testimoniano differenti possibilità di autoritratto, proprio in virtù dei molti modi in cui ci si può 'giocare' la partita con se stessi. Sono presenti con una o più opere: Carlo Elmiro Bevilacqua, Federica Bruno Stamerra, Azzurra Cecchini, Giuseppe Ciracì, Arianna D'Accico, Maria Valentina Dario, Angelica Dragone, Cosimo Epicoco, Gerardo Fornataro, Semira Forte, Fatos Lubonja, Annalisa Macagnino, Alfred Milot Mirashi, Nancy Motta, Carmen Munafò, Pino Oliva, Alessandra Pepe, Parlind Prelashi, Emilia Ruggiero, Enza Santoro, Salvatore Sava, Michele Stanzione, Tiziana Vanetti.

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