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Caffè & stars. La dolce vita in pausa

Damiani

A cura di Mollica V. e Veltroni W.
Testo Italiano e Inglese.
Bologna, 2004; br., pp. 160, ill. b/n, cm 21x28.
(Skyline).

collana: Skyline

ISBN: 88-901304-7-4 - EAN13: 9788890130472

Soggetto: Collezioni,Fotografia

Periodo: 1960- Contemporaneo

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.9 kg


Guardando queste foto, per un curioso corto circuito mentale, mi è tornata in mente una canzoncina che cantava Antoine in un lontano Festival di Sanremo: "Ma cosa hai messo nel caffè?...". Chissà quanti pensieri, quante idee saranno passate attraverso l'aroma che usciva dalle tazzine e la caffeina che regalava ristoro ed energia agli artisti immortalati con arrendevole complicità dai flash dei fotografi, che allora forse non capivano, ma un giorno sarebbero stati orgogliosi di quel soprannome che Fellini inventò per loro: paparazzi.
La cosa che più colpisce, sfogliando questo libro, è il tentativo da parte degli artisti di cercare di riprodurre davanti ad un obiettivo fotografico quella naturalezza, che fa della pausa caffè uno dei momenti più piacevoli, ma anche intimi della giornata.
Colpisce la ricerca della posa, di quel gesto che fotografato sembra dire: "Io il caffè lo bevo così".
Più che dei degustatori di questa bevanda che ha lunga storia, le stars in questione interpretano l'arte che il caffè esprime attraverso i suoi rituali che vanno dalla preparazione alla consumazione, il tutto centellinato con morbida, elegante, sornioneria.
Mi sono anche divertito ad immaginare la tazzina mancante, quella del fotografo che spesso condivideva la stessa caffeina del soggetto ritratto.
Come mi piacerebbe, di tante fotografie che mi hanno incuriosito, comprese queste, poter vedere, tutta intera, la scena che ha portato alla foto; vedere in azione il fotografo, il protagonista del ritratto e magari più in là quelle belle cameriere che avevano preparato il nettare con macchinette che potrebbero raccontare storie intere di famiglie.
Ecco, le tazzine di caffè di questo libro rimandano storie viventi e nascoste, nate da quella strana miscela di cui è fatta la nostra vita.
"Ma cosa hai messo nel caffè...?", la domanda si ripropone placida, senza stress e urgenze, la risposta altrettanto: "Guardando queste foto, direi della polvere di stelle da sorseggiare".
VINCENZO MOLLICA



INTRODUZIONE
Durante questa ricerca, mi sono imbattuto in giovani fotoreporter 70enni con la voglia di continuare a cercare lo scoop con la stessa carica emotiva e passionale di 40 anni fa, sono loro i cosiddetti "paparazzi vintage" degli anni 60'.
Erano personaggi importanti in quegli anni in cui tutto scorreva lungo Via Veneto a Roma.
Sostengono che senza di loro non era possibile creare quel fenomeno di vita mondana che colorava le cronache dei giornali dell'epoca e vedeva personaggi dello sport e dello spettacolo arrivare da tutto il mondo e catapultarsi nel cuore di Roma. Era l'epoca in cui le notti buie venivano accese improvvisamente dai lampi che davano il via al temporale di flash sul "malcapitato", che si vedeva inseguito e braccato da questi giovani atleti con una Leica o una Rolleiflex. Ho ascoltato tante storie intorno a questi scatti, ogni immagine, portava con sè un ricordo che sembra scolpito nella mente di questi fotografi.
Tra i tanti, l'episodio che più mi ha colpito riguarda Mohammed Alì, che appena sbarcato dal treno alla stazione Termini di Roma, fu accompagnato in un bar perché voleva assaggiare un caffè italiano, che gli avevano decantato come il più buono del mondo e, mentre si divertiva a giocherellare con lo zucchero, disse "Ma non è buono come quello americano!".
A tal proposito i divi Americani non si smentivano quasi mai su i loro gusti, per esempio Joe Di Maggio e Johnnie Ray seduti al tavolino di Via Veneto bevono caffè americano.
Cary Grant in una pausa si fà servire da Sophia Loren il caffè in tazza grande. Stewart Granger fuori set si fà portare il suo caffè preferito, sostenendo che come lo fanno in Italia il caffè americano non lo fanno in nessun altro posto al mondo.
Anche divi come Audrey Hepburn o Dustin Hoffman non rinunciano alla loro tazza di caffè americano, forse l'unica eccezione è Anthony Quinn che predilige l'espresso tanto da coinvolgere anche Ira Fürstenberg.
La tradizione, invece, di un buon caffè Italiano fatto in casa con la moka, ci viene spiegata con gesti meticolosi e precisi da Peppino De Filippo che ha come apprendista il figlio Luigi. Peppino mostra accuratamente la preparazione del caffè con la caffettiera napoletana, e ci presenta con orgoglio anche la sua personale collezione di macchinette da caffè. La preparazione del caffè in casa, non era solo prerogativa di un napoletano Doc come Peppino, ma anche di Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Sandra Mondaini, Nino Manfredi, Catherine Spaak, Alberto Sordi. Perfino Federico Fellini nella sua casa romana si sottopose a questo rito, preparando personalmente il caffè, in occasione del premio Oscar ricevuto per "Amarcord" nel 1973. Questo libro curioso comincia dagli anni 40' e racconta un frammento di storia del costume che passava attraverso la pausa caffè delle stars del cinema, un momento di relax che contagiava tutti, tranne i paparazzi.

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