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Amarsi. L'amore nell'arte da Tiziano a Banksy

De Luca Editori d'arte

Terni, Palazzo Montani Leoni, 7 dicembre 2023 - 7 aprile 2024.
A cura di D'Orazio C.
Roma, 2024; ril., pp. 208, ill. col., cm 22x28.

ISBN: 88-6557-590-5 - EAN13: 9788865575901

Soggetto: Arte Vetraria,Arti Decorative (Ceramica, Porcellana, Maiolica),Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.19 kg


L'esposizione vuole indagare l'iconografia dell'Amore nella storia, dall'antichità fino al XXI secolo. Concepita come omaggio a san Valentino, protettore degli innamorati e patrono di Terni, la rassegna intende riunire le iconografie più note dedicate al sentimento che ha maggiormente ispirato gli artisti nel corso dei secoli: dalla mitologia greca e romana, attraverso le icone dell'amore spirituale medievale, fino al recupero dell'antico in epoca rinascimentale, la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell'Ottocento, l'Amore ha potuto fare affidamento su una serie di immagini e storie che soltanto nel Novecento cominciano ad essere messe in discussione.

Circa quaranta opere, tra pittura, scultura e ceramica, racconteranno l'Amore in tutti i suoi aspetti.

Si comincia con un omaggio a san Valentino, che compare nel dipinto attribuito a Giambattista Volpato raffigurante San Valentino battezza santa Lucilla (Museo Civico, Bassano del Grappa), copia della grande opera di Jacopo Bassano. Si prosegue presentando le opere in ordine cronologico: nella sezione archeologica i due protagonisti principali dell'Amore pagano, Venere e Cupido. A Terni arrivano la Venere di Ocriticum (Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo, Chieti) e due splendide ceramiche in cui Eros volteggia corteggiando una figura femminile allo specchio (Fondazione Sicilia).

Numerose sono le rappresentazioni di Madonne con bambino che percorrono l'Europa intera: in mostra sarà rappresentata la scuola umbra di Pinturicchio con la Madonna con bambino della Fondazione Perugia, che si confronta con il raffinato fronte di cassone nuziale istoriato in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia e con una delicata e intima Vergine con bambino di stampo raffaellesco. Ci sono poi le figure più sensuali e provocanti concepite da alcuni tra i maggiori maestri del Cinquecento, come Dosso Dossi, in mostra con il dipinto Psiche abbandonata da Amore (Unicredit Banca), e Tintoretto, dalla cui bottega veneziana emerge un'elegante rappresentazione di Venere con le tre Grazie (Museo Nazionale di Capodimonte, in deposito presso la Camera dei Deputati), inno all'Amore ispirato all'armonia della Natura, fino al fiammingo Frans Floris, che rappresenta una raro abbraccio tra Adamo ed Eva mentre si consuma il Peccato Originale (Gallerie degli Uffizi).

Nel Seicento, gli artisti attingono in modo ancora più profondo e sperimentale alle vicende narrate nell'antichità, ispirandosi soprattutto alle Metamorfosi di Ovidio, per secoli testo di riferimento per l'iconografia dei sentimenti. Come testimonia la Diana e Callisto del Cavalier d'Arpino (BNL) o l'Allegoria dell'Amore rifiutato di Guido Reni (Pinacoteca Capitolina, Roma), di recente attribuzione, che in mostra anticipano il fascino del Cupido, Venere e Marte, straordinario capolavoro di Guercino, in arrivo dalla Galleria Estense di Modena.

I rimandi caravaggeschi dell'Amor vincit omnia di Giovan Giacomo Sementi (Fondazione CARISBO), della Venere e Adone di Domenico Fiasella (Crédit Agricole) e la scena in cui Vulcano fabbrica la frecce di Cupido di Alessandro Tiarini (Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia). La pittura barocca più raffinata è rappresentata da un affresco riportato di Guercino in cui Cupido attira l'attenzione di Venere (Accademia di San Luca), da un tenero Cupido dormiente dipinto su tela da Guido Reni (Galleria Corsini, in deposito presso la Camera dei Deputati), in cui emerge la natura fanciullesca della divinità più impertinente e imprevedibile dell'Olimpo.

Il rigore neoclassico trasforma Amore in un personaggio più quieto ed equilibrato, come compare nelle tele di Antonio Canova, in cui Venere e Cupido si scambiano teneri gesti d'affetto, quali quelli tra una madre e un figlio (Museo Canova, Busseto). Si tratta di alcune tra le ultime scene mitologiche della mostra, che con l'Ottocento si immerge nell'immaginario romantico di Francesco Hayez, con cui l'Amore diventa un sentimento intrecciato con le istanze patriottiche del Risorgimento. Così accade nel celebre Bacio, di cui a Terni sarà esposto il bozzetto ad acquerello (Pinacoteca Ambrosiana) e lo studio dei Vespri siciliani (BNL), in cui l'Amore ispira gesti di grande impegno civile per la libertà.

Nell'ultima parte della mostra, dedicata al XX e XXI secolo, vengono messi in discussione tutti i principi d'Amore raccontati in precedenza. Dallo sguardo interrogativo della moglie di Giacomo Balla, ritratta dal marito nel Dubbio (Galleria Comunale d'Arte Moderna, Roma) all'abbraccio d'addio di due enigmatici manichini che Giorgio De Chirico identifica come Ettore e Andromaca (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea), il Novecento trascina l'Amore in una dimensione sempre più problematica, riflettendo anche in questo sentimento le inquietudini dell'epoca. Non basta nemmeno la falcata eroica dell'Angelo ribelle su fondo giallo di Osvaldo Licini (Museo del Novecento, Milano) a restituire una visione più dolce di questo sentimento, che Mario Schifano rappresenta nei colori squillanti di cuori prodotti dai passi di un moderno Pegaso, Alberto Burri indaga proponendo una serie di segni erotici dedicati a Saffo, mentre Bansky affida allo sguardo inerme di una bambina a cui il vento ha sottratto un palloncino a forma di cuore (Balloon Girl, Collezione d'arte Fondazione Carit).

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci