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Donne di Roma dall'Impero romano al 1860. Ritrattistica romana al femminile

De Luca Editori d'arte

Palazzo Chigi in Ariccia, 30 marzo - 15 giugno 2003.
A cura di Natoli M. e Petrucci F.
Roma, 2003; br., pp. 175, cm 24x28.

ISBN: 88-8016-535-6 - EAN13: 9788880165354

Soggetto: Pittura,Società e Tradizioni

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Roma

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.94 kg


Nel sei/settecento era molto di moda, nelle quadrerie delle famiglie nobili, esporre una serie di dipinti contenenti le effigi di "uomini celebri", erano ritratti, per lo più di fantasia, di personalità contemporanee e del passato che si erano distinte nei campi della politica, dell'arte, della letteratura, della gloria militare, erano immagini auliche, composte, talvolta solenni. Per le donne, nel tardo seicento, si ebbe un qualcosa di analogo: la raccolta di quadri "delle belle", in questo caso si trattava di veri ritratti di nobildonne contemporanee note nella società del tempo per la loro avvenenza. Da una parte la celebrità eterna, dall'altra solo la bellezza fugace. In effetti le donne fino alle soglie del XIX° secolo, ed anche oltre, non avevano una vita autonoma, per loro c'era il padre, il marito, il monastero, o qualche altro ripiego poco dignitoso. Ma nel corso di vari secoli molte donne mostrarono una personalità così forte, così decisa, dei talenti così delineati da riuscire ad imporsi anche in un mondo, almeno esteriormente, maschilista. A tutte queste donne, che potremo definire "arrivate" è dedicata una mostra che si tiene nel Palazzo Chigi di Ariccia, organizzata, con l'usuale perizia, dal Centro Europeo per il Turismo, con la partecipazione del Comune di Ariccia e della Sovrintendenza ai Beni Architettonici del Lazio con l'intervento della Banca Credito Cooperativo Castelli Romani. Il titolo "Donne di Roma. Dall'impero romano al 1860" e il sottotitolo "Ritrattistica romana al femminile" chiariscono l'impostazione della mostra: sono esposti ritratti, busti, stampe, libri, documenti vari che hanno per oggetto donne famose che per qualche motivo, sia pure per breve tempo, hanno avuto rapporti con Roma. Il periodo preso in esame è molto ampio, con un inizio in epoca romana con busti femminili provenienti da Villa Adriana, si salta per un millennio, in cui sono estremamente rari reperti mobili da poter esporre, e si giunge al Rinascimento, dove la donna comincia ad avere una sua personalità, per arrivare infine all'alba del mondo moderno. Si possono ammirare donne che si sono distinte in campo artistico come la poetessa Vittoria Colonna, amica e corrispondente di Michelangelo, le celebri pittrici Artemisia Gentileschi del primo seicento, Lavinia Fontana di poco posteriore, la ritrattista a pastello Rosalba Carriera e Angelica Kaufman alle soglie del neo-classico. Due donne "terribili" si segnalarono in politica: Olimpia Maidalchini, l'esecrata "Pimpaccia de Piazza Navona" cognata di Papa Innocenzo X° influentissima sul congiunto e grande maneggiona nella gestione economica del potere e Cristina di Svezia, già regina di quel paese, che abdicò e si convertì al cattolicesimo trasferendosi a Roma accolta dai Papi con grandi onori; per più di trenta anni dominò la vita dell'Urbe con la sua inesausta e turbolenta attività. Il suo palazzo alla Lungara, ora Palazzo Corsini, divenne il centro della cultura cittadina, sede di un gruppo di letterati che poi fondarono l'Arcadia, lì formò una importante biblioteca e fu in corrispondenza con i più grandi scienziati, filosofi e poeti dell'epoca; è sepolta in San Pietro. Appaiono poi figure femminili, allora definite di "piccola virtù" come la cortigiana Imperia protetta di Agostino Chigi e la "Fornarina", amante di Raffaello, e le ragazze Mancini, nipoti del cardinal Mazzarino, una delle quali per un breve periodo fu la favorita di Luigi XIV°. Di contro donne di grande virtù come le molte sante romane dei primi secoli del cristianesimo, vittime per la fede: Santa Prassede, Santa Cecilia, Santa Martina, e le giovani della famiglia Chigi monache non si sa se per vocazione o per imposizione familiare; sono effigi di mano di celebri artisti, il Maratta, il Camassei, il Sacchi, il Luti, il Puccini, il Batoni, il Canova. Vi sono immagini anche di due notissime sante medioevali che elessero Roma a teatro delle loro azioni: Santa Caterina da Siena consigliera e ispiratrice di papi e Santa Brigida di Svezia celebre nella città per devozione e carità, fondatrice di un Ordine Monastico che ancora oggi risiede presso la Chiesa di piazza Farnese. Un piacevole viaggio in secoli di vita romana dalla parte delle donne anche se materialmente visto attraverso gli occhi degli uomini che sono per lo più gli autori delle immagini esposte. Una mostra che, attraverso i molti capolavori esposti fa capire che, anche se non poste in primo piano, le donne riuscivano in molti casi a ritagliarsi un loro spazio e ad affermarsi nella società. Bellissimo il contenitore, il barocco Palazzo Chigi, opera del Bernini, ancora perfettamente arredato con tappezzerie e mobili d'epoca, da pochi anni di proprietà del Comune che ha permesso che l'Accademia degli Sfaccendati vi organizzasse dei concerti di musica classica di alto livello per alcuni prossimi pomeriggi domenicali

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