Orazio Amato 1884-1952. Un pittore tra le due guerre
De Luca Editori d'arte
Roma, Palazzo Venezia, 9 aprile - 25 maggio 2003.
A cura di Barbiellini Amidei R., Strinati C. e Tempesta C.
Roma, 2003; br., pp. 214, ill. b/n, 139 tavv. col. num. f.t., cm 21x23,5.
ISBN: 88-8016-539-9 - EAN13: 9788880165392
Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Nessun Luogo
Testo in:
Peso: 0.93 kg
Amato ha avuto un interesse costante allo studio delle tradizioni popolari; organizza con Giuseppe Ceccarelli il Corteo delle Regioni (1930) in occasione delle nozze di Umberto e Maria Josè; sovrintende su incarico di Oppo alla decorazione ad affresco del Salone del Museo delle Tradizioni Popolari all'E42.
L'opera pittorica di Orazio Amato è rimasta poco conosciuta anche per la precoce morte dell'artista, sfuggendo in sostanza alle attenzioni che negli ultimi venti anni sono state riservate ai molti artisti che come lui lavorarono a Roma tra le due guerre e contribuirono alla nascita di un clima culturale di grande valore. La mostra, curata da Claudio Strinati e Claudia Tempesta, presenta centoquaranta opere, dalle prove giovanili, allo studio con Felice Carena, al clima di Valori Plastici, all'incontro con il Novecento, al clima vivacissimo dei tardi anni Venti, sino agli esiti formali vicino alla pittura tonale. Amato, persona positiva, controlla le ansie della generazione dei pittori poco più giovani come Cavalli e Pirandello, ai quali è unito, fra l'altro, anche dalla comune frequentazione di Anticoli, e condivide tuttavia le tematiche del momento: la ritrattistica, le scene quotidiane, l'interesse per il Seicento, per la pittura nordica, l'attenzione a Roma, ai suoi colori, alla sua luce, alle demolizioni. Accanto alle opere di Amato una sezione è dedicata agli "amici" (Cavalli, Bertoletti, Pasquarosa, Capogrossi, Barrera, Pirandello, Mazzacurati, Martini, Trombadori) con venti opere, alcune donate dagli amici, alcune ritrovate nel corso delle ricerche come il dipinto di Ceracchini dell'I.N.P.D.A.I. presente alla mostra del Novecento Italiano organizzata da Margherita Sarfatti nel 1927; oppure poco visibili come quelle della collezione del Ministero delle Attività Produttive (ex Palazzo dell'Industria). Hanno gentilmente concesso il prestito di dipinti la Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea, il Museo di Palazzo Braschi, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma (i cui spazi bellissimi Amato riuscì a conservare per il museo quando, dopo la guerra, erano stati destinati ad un ente finanziario); numerosi collezionisti privati e gli eredi dell'artista, che hanno messo a disposizione l'archivio. La mostra è stata realizzata ricordando Maurizio Fagiolo dell'Arco che con la consueta passione aveva caldeggiato lo studio di Amato e aveva partecipato alla fase iniziale del progetto.
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