Rus africum. Le paysage rural antique autour de Dougga. L'Aqueduc aïn Hammam-Thugga, cartographie et relevés. Vol. 2
Edipuglia
A cura di Attoui R., Battisti A. e De Vos Raaijmakeres M.
Santo Spirito, 2013; br., pp. 302, ill. b/n e col., cm 21x30.
(Biblioteca Archeologica. 34).
collana: Biblioteca Archeologica
ISBN: 88-7228-728-6
- EAN13: 9788872287286
Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico
Luoghi: Extra Europa
Extra: Arte Africana & Oceanica
Testo in:
Peso: 1.52 kg
Il volume Rus Africum II (libro in lingua francese) contiene la documentazione topografica e architettonica sull'acquedotto di Aïn Hammam-Thugga, che attraversa il territorio rurale a ovest di Dougga. La condotta idrica che riforniva d'acqua la città di Thugga può essere ritenuta tra gli acquedotti meglio conservati dell'antichità. L'acqua tiepida della sorgente di Aïn Hammam, sgorgante dall'arenaria del Fedj Adoum e filtrata da strati marnosi privi di particelle di calcio in sospensione, non comporta il deposito di sedimenti nelle condotte. L'acquedotto, costruito tra 184 e 187 d.C., si snoda per 11.03 km, quando in linea d'aria la distanza tra la città e la sorgente è appena di 8.5 km. Il canale o specus dell'acquedotto, che segue la morfologia del terreno e i pendii delle colline, è munito di 130 pozzi di ispezione ancora visibili e attraversava le valli su 7 ponti, di cui uno provvisto di condotta forzata, sinora non identificata. Nello stato attuale se ne conoscono 84 su 1338 acquedotti distribuiti nell'intero Impero Romano. Il 90% dello specus è sotterraneo: Frontino (aq. 121) considera le condotte sotterranee più sicure perché non sono esposte al degrado causato dalle intemperie, ne alle escursioni termiche. La potenziale erogazione giornaliera oscillava tra 8.616 e 10.791 m 3. Nonostante la distanza di 11.03 km, il dislivello tra la vasca di captazione (sito 310) e il fondo della cisterna pubblica (sito 157) a Thugga, è soltanto 10 m, che corrisponde a meno di 1 m per km: un vero capolavoro che i libratores (geometri) e ingegneri idraulici romani hanno saputo realizzare grazie all'uso del corobate (strumento di livellazione del terreno).