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Castello di Donoratico. I risultati delle prime campagne di scavo (2000-2002)

Edizioni All'Insegna del Giglio in Firenze

A cura di G. Bianchi.
Sesto Fiorentino, 2004; br., pp. 162, ill. b/n, cm 17x24.
(Università degli Studi di Siena. Quaderni del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti. Sezione Archeologica. 57).

collana: Università degli Studi di Siena. Quaderni del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti. Sezione Archeologica

ISBN: 88-7814-236-0 - EAN13: 9788878142367

Soggetto: Scavi,Storia dell'architettura

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Emilia Romagna

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.4 kg


Introduzione Il territorio di Castagneto Carducci si trova al centro di un'area di grande interesse ambientale e storico in cui, alle importanti testimonianze materiali di epoca etrusca e romana si sovrappongono quelle riferibili al periodo medievale quando qui si radicò la signoria territoriale di uno dei più potenti rami della famiglia dei Della Gherardesca. In questo contesto i resti del castello di Donoratico, situati a poca distanza dall'abitato di Castagneto, con le monumentali torri e la cortina muraria sono sicuramente le tracce materiali più rappresentative di questa casata che, per un capillare dominio del territorio, controllò una fitta rete di castelli localizzati lungo la fascia costiera della Maremma settentrionale. L'area di Archeologia Medievale dell'Università di Siena da più di un ventennio indaga i processi di formazione dei paesaggi medievali al fine di ricostruire la storia del popolamento e dell'organizzazione del potere. La convergenza di interessi scientifici e di valorizzazione da parte dell'Università di Siena e dell'Amministrazione Comunale di Castagneto Carducci ha quindi portato a questa prima serie di ricerche all'interno del castello di Donoratico, con il preciso scopo di valutare la risorsa archeologica di un'area, ancora non interessata, sino al 2000, da ricerche sistematiche, ad eccezione di preliminari indagini di superficie. Tali ricerche non si sarebbero potute realizzare senza l'entusiastica partecipazione dei proprietari dell'area, la famiglia Della Gherardesca, che di buon grado hanno accettato di partecipare al progetto. Per la ricchezza dei dati sinora raccolti non v'è dubbio che questo scavo rappresenta un'importante tappa nel nostro percorso di ricerca non solo per la messa a fuoco dei probleni legati ai processi di incastellamento ma anche per la ricostruzione delle forme assunte dal popolamento altomedievale. Nei depositi stratigrafici riportati in luce ed in parte ancora da indagare vi è infatti un rimando a una serie di tematiche storiche a volte, solo marginalmente affrontabili in altri casi dove l'insediamento presenta una profondità diacronica più limitata. In questo caso infatti la discreta conservazione dei depositi, le loro caratteristiche e l'estensione dell'area indagata, al momento circa un terzo della superficie complessiva, rendono il sito di Donoratico di rilevante importanza soprattutto per cogliere una sequenza complessa di eventi storici che affonda le sue radici in periodi precedenti al medioevo. La collaborazione con Nicola Terrenato ed il suo gruppo di lavoro dell'Università americana di Chapel Hill, nel North Carolina, concretizzatosi per ora in una serie di sondaggi di ridotte dimensioni, ha già fornito infatti importanti risultati nella valutazione dell'enorme potenziale archeologico al di sotto delle stratigrafie medievali, cominciando a svelare, in attesa di uno scavo più estensivo, parti di un grande insediamento che senza soluzione di continuità occupò questa collina dall'età ellenistica sino alla tarda antichità. La presenza di una ricca sequenza di capanne antecedenti il X secolo, ancora da scavare, distribuite sia nell'area sommitale che lungo i sottostanti terrazzamenti, ci pone di fronte ai resti di un consistente insediamento altomedievale.
Con queste premesse è indubbio che lo scavo di questo sito, con la contemporanea ricognizione di superficie, fornirà importanti chiavi di lettura in primo luogo relative alle fasi di passaggio tra la tarda antichità e l'alto medioevo ed in seconda istanza per indagare in maniera analitica i processi di trasformazione insediativa prima della definitiva affermazione delle signorie territoriali. Le domande legate alla strategia di indagine in questo sito si inseriscono quindi nel più recente dibattito tra storici ed archeologi italiani, in riferimento a tematiche discusse da tempo in ambiti di ricerca europea, in particolare in area francese, sul tema dell'esistenza o meno di villaggi altomedievali e soprattutto sulla ricerca di chiari indicatori archeologici necessari alla definizione delle loro caratteristiche materiali anteriormente alla comparsa dei primi castelli, nelle fasi di passaggio da semplici nuclei insediativi di altura a villaggi-azienda, in seguito parti integranti di un sistema di gestione della terra legato all'economia curtense.
Nel caso di Donoratico questo tentativo di interpretazione procede a fronte di un quasi totale silenzio delle fonti scritte che parlano di un castello solo a partire dal 1161 e della presenza di una curtis nel vicino abitato di Castagneto Carducci alla metà dell'VIII secolo. Gli stessi attori principali a cui furono legate parte di queste trasformazioni non sono noti ma solo ipotizzabili: un ente monastico, S.Pietro di Monteverdi, a cui era legata la curtis sopracitata, che forse solo in un secondo momento, sicuramente dal 1161, condivise parte dei propri diritti nel castello con la casata dei Gherardeschi.
In questa preliminare presentazione dei risultati dei primi tre anni di scavo la storia di Donoratico comincia però prudentemente ad essere descritta solo a partire dal X secolo, lasciando ad una futura pubblicazione le considerazioni relative alle fasi altomedievali, che necessitano ancora di ulteriori verifiche ed approfondimenti, analogamente ai dati relativi alle indagini di superficie svolte sinora in contemporanea allo scavo ed in collaborazione tra l'Università di Chapell Hill e quella di Siena, finalizzate a verificare e ampliare i risultati delle ricerche effettuate in anni passati dall'Università di Pisa. Sono pertanto descritte ed interpretate le sequenze pertinenti l'insediamento tra i secoli centrali e quelli finali del medioevo nel tentativo di sciogliere i nodi interpretativi relativi alle fasi di poco precedenti l'impianto del castello, al suo sviluppo ed al suo abbandono, quando questi ultimi cambiamenti avvicinano la storia di Donoratico a quella degli altri castelli del territorio già indagati, pur con dinamiche di trasformazione differenziate soprattutto per quanto riguarda l'affermazione dei Conti di Donoratico ed il loro rapporto con Pisa, indirettamente ben leggibili attraverso le caratteristiche dei depositi orizzontali e verticali.
L'elaborazione di questo Quaderno è stata possibile grazie al sostegno del Progetto Paesaggi Medievali della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, mentre lo scavo e la pubblicazione si devono all'impegno dell'Amministrazione Comunale di Castagneto Carducci. Il ‘Progetto Donoratico' è frutto del lavoro congiunto di un nutrito gruppo di ricercatori legato alle strutture dell'Area di Archeologia Medievale dell'Università di Siena, grazie alle quali è stato possibile effettuare analisi di laboratorio, costruire strumenti multimediali e gestire informaticamente i dati relativi alla ricerca archeologica. In un futuro prossimo questi dati, implementati da altre edizioni dello scavo in progress, potranno costituire una valida base conoscitiva sulla quale sviluppare un progetto di valorizzazione dell'area archeologica che preveda la realizzazione di interventi concreti di salvaguardia di un patrimonio di eccezionale rilevanza, con la prospettiva di realizzare un "parco archeologico diffuso" con al centro proprio il castello di Donoratico relazionato alle altre importanti emergenze archeologiche del territorio.
Il processo di dialogo e di progettazione congiunta fra istituzioni di ricerca (Università) e governo locale (Comune) in sinergia con la formazione professionale a livello provinciale e regionale rappresenta un percorso obbligato, ma anche sicuro, per raggiungere gli obiettivi di ricerca e di valorizzazione che ci siamo proposti.

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