L'acqua che mangiamo. Cos'è l'acqua virtuale e come la consumiamo
Edizioni Ambiente
A cura di M. Antonelli e F. Greco.
Illustrazioni di A. Morelli.
Traduzione di Nebiolo M.
Milano, 2013; br., pp. 279, ill., cm 15x23.
(Saggistica Ambientale).
collana: Saggistica Ambientale
ISBN: 88-6627-088-1
- EAN13: 9788866270881
Testo in:
Peso: 0.59 kg
In un mondo di risorse limitate porsi degli interrogativi riguardo i nostri stili di vita e i nostri consumi è non solo auspicabile, ma anche necessario. L'Italia è il terzo paese importatore netto di "acqua virtuale" al mondo. Cosa significa? Perché è importante parlare di acqua e cibo? Per produrre un chilogrammo di pasta secca sono necessari circa 1.924 litri d'acqua. Poco minore è l'impronta idrica di una pizza da 725 grammi: 1.216 litri. Con "acqua virtuale" si intende proprio questo: il quantitativo di acqua necessario a produrre cibi, beni e servizi che consumiamo quotidianamente. Applicando questo concetto, scopriremo che consumiamo molta più acqua di quella che vediamo effettivamente "scorrere" sotto i nostri occhi. Non riusciamo a percepirla come tale semplicemente perché è acqua che letteralmente "mangiamo", contenuta in maniera invisibile nel cibo che consumiamo e che proviene da ogni parte del mondo. "L'acqua che mangiamo" spiega, con un approccio multidisciplinare, la problematica idrica e le sue implicazioni economiche, sociali e politiche. Vuole agire idealmente da ponte tra chi svolge ricerca accademica e scientifica e chi si interessa alle grandi questioni della sostenibilità ambientale. Offre molteplici chiavi di lettura attraverso il lavoro dei più grandi esperti italiani e mondiali.