Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia
A cura di Legambiente.
Milano, 2024; br., pp. 368, ill., cm 15x23.
ISBN: 88-6627-404-6
- EAN13: 9788866274049
Luoghi: Italia
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Trent'anni di impegno contro l'ecomafia e l'aggressione criminale all'ambiente. Quella del 2024 è un'edizione speciale del Rapporto curato da Legambiente, arricchita dai contributi di tutte le forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto, dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dell'Ispra e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ma anche di realtà imprenditoriali impegnate ad affermare la legalità nelle loro attività economiche. Un gioco di squadra di cui è stato un esempio Massimo Scalia, tra i fondatori di Legambiente e presidente delle prime due Commissioni parlamentari d'inchiesta sulle illegalità nel ciclo dei rifiuti, alla cui memoria è dedicato quest'anno il Rapporto Ecomafia. È stato grazie alle sinergie sviluppate in questi tre decenni se l'Italia ha raggiunto risultati importanti, come l'introduzione dei nuovi delitti nel Codice penale per contrastare lo sfruttamento illegale, sempre più aggressivo, delle risorse naturali e del patrimonio culturale e archeologico del nostro Paese. Molto, però, resta da fare, come raccontano le pagine di questo lavoro di analisi, denuncia e proposta, perché siano concretamente attuati i principi di tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi affermati dalla nostra Costituzione. Anche nell'interesse delle future generazioni. Crescono, purtroppo, in maniera significativa i reati ambientali nel nostro Paese: nel 2023 sono stati 35.487, con un +15,6% rispetto al 2022, alla media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Aumenta, in maniera ancora più significativa, il numero delle persone denunciate (34.481, pari al +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), ma a preoccupare è soprattutto l'impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, che sono stati 9.309, con un incremento del 66,1%. Aumentano anche i reati e gli illeciti amministrativi nelle filiere dell'agroalimentare, a partire dal caporalato. Attività illecite, accertate dalle forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto, che insieme a quelle contro gli animali e le specie protette, all'assalto al patrimonio culturale e alla corruzione, generano un fatturato di 8,8 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2022. La Campania, ancora una volta, è al primo posto della classifica, seguita dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Calabria. In queste quattro regioni, a tradizionale presenza mafiosa, si concentra il 43,5% degli illeciti penali, con un'incidenza più forte di quella registrata nel 2022. La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Balza dal quindicesimo al settimo posto la Sardegna. La prima regione del Nord è di nuovo la Lombardia. Anche nel 2023 la lotta all'illegalità ambientale è stata al centro delle attività dei circoli di Legambiente e dei Centri di azione giuridica, con esposti e costituzioni di parte civile in numerosi procedimenti penali.