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Firenze alla vigilia del Rinascimento. Antonio Pucci e i suoi contemporanei. Atti del convegno di Montreal 22-23 ottobre 204

Edizioni Cadmo

A cura di Bendinelli Predelli M.
Fiesole, 2006; br., pp. 490, cm 17x24.

ISBN: 88-7923-447-1 - EAN13: 9788879234474

Soggetto: Architetti e Studi,Arte del Legno (Cornice, Intaglio, Mobili..),Città,Saggi (Arte o Architettura),Saggi Storici

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Firenze,Toscana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.2 kg


Quasi la metà delle comunicazioni di questo convegno ruotano intorno alla figura di Antonio Pucci e vi apportano i risultati di nuove ricerche. Viene così opportunamente messo in luce come le sue opere rivelino le preoccupazioni morali e i nuovi orientamenti della cultura più avvertita dell'epoca: dall'apertura alla questione della donna, ai rapporti con l'autorità ecclesiastica, alla volontà di riconciliazione dopo il rivolgimento del tumulto dei Ciompi, all'emulazione nello sforzo di esaltare la storia e la civiltà del comune. La figura del "banditore fiorentino" acquista così una notevole statura di "intellettuale medio", fervido operatore culturale che interpreta con entusiasmo le istanze più vivaci della cultura fiorentina del suo tempo (messo a parte naturalmente il grande Boccaccio).

Intorno e oltre il Pucci, la cultura fiorentina mostra di essere pronta per il Rinascimento anche attraverso altre figure e fenomeni, ugualmente illustrati nel convegno: la curiosità per paesi e culture diverse, il riferimento costante all'eredità classica e soprattutto l'intensa volontà di promuovere i valori morali che quell'eredità raccolgono ed esaltano sono altrettanti aspetti di una cultura che avvertirà nella "rivoluzione culturale" di Coluccio Salutati nient'altro che una continuazione della propria civiltà. Non sorprende quindi di cogliere il cancelliere della repubblica in cordiale e impegnato dialogo - in volgare - su alcune delle questioni fondamentali dell'umanesimo fiorentino. Ma, a evitare ogni tentazione troppo modernizzante, l'interpretazione degli affreschi di Palazzo Davanzati evoca la rinnovata chiusura di una società patriarcale, mentre non è dimenticata la dimensione dell'oralità in cui quella cultura era immersa e all'interno della quale si iscrivevano le interazioni personali di tutti i momenti, inclusi i più drammatici, della vita cittadina, insieme ai dettami di comportamento e ai trastulli della musica e della poesia amorosa.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci