Giovan Battista Aleotti e l'architettura
Edizioni Diabasis
A cura di F. Ceccarelli, Cavicchi C. e Torlontano R.
Parma, 2005; ril., pp. 280, 148 ill. b/n num. n.t., cm 24x26.
(L'Archimetro).
collana: L'Archimetro
ISBN: 88-8103-365-8 - EAN13: 9788881033652
Soggetto: Architetti e Studi,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Emilia Romagna
Testo in:
Peso: 1.16 kg
Argenta, 1546 - Ferrara, 1636
Come scrive B.Adorni (L'architettura dal primo Cinquecento alla fine del Settecento, in Storia dell'Emilia Romagna) l'Aleotti ebbe una grande erudizione e uno spirito enciclopedico: egli "non era più l'uomo universale del Rinascimento, ma lo specialista in tanti campi: nell'architettura civile e militare; nelle matematiche; nella costruzione dei teatri; nella scenotecnica; nell'idrologia".
Fra le numerose opere di architettura civile e religiosa ricordiamo: Palazzo Avogli Trotti (1570), cortile e (forse) coronamento delle torri del Castello estense (1574) a Ferrara; piazza e Palazzo Bentivoglio di Gualtieri (1580); S.Maria del Quartiere a Parma (1604); chiesa di S.Margherita (1604?) e campanile di S.Francesco di Ferrara (1606); portico dei Cappuccini di Comacchio (1607); Oratorio di S.Croce e completamento del Santuario della Celletta di Argenta (1610); tomba di Lodovico Ariosto (1610) ora nel Palazzo Paradiso di Ferrara, sede della Biblioteca Comunale, la cui facciata venne modificata da interventi dello stesso Aleotti; sempre a Ferrara: porta della Chiesa di S.Paolo (1611), chiese dei Cappuccini e di S.Barbara (1612), chiesa di S.Carlo (1613), campanile di S.Benedetto (1621).
Come progettista di architettura militare, valendosi anche della sua cultura scientifica e dell'esperienza di costruttore, eseguì lavori e scrisse trattati che contribuirono all'evoluzione della tecnica delle fortificazioni, sotto la spinta del peso crescente delle artiglierie nella strategia militare. Al esempio contestò la validità del baluardo ad angolo molto aperto (il baluardo, o bastione, è la fortificazione più avanzata rispetto alle mura, che sostituiva le antiche torri) con lo scopo di attrarre l'attaccante e di colpirlo con tiro frontale e laterale. Eseguì diversi interventi di riparazione alle mura di Ferrara e costruì i baluardi dell'Amore, di S.Pietro e di Borgo S.Giacomo, al servizio di Alfonso II; progettò la nuova Fortezza di Ferrara per Papa Paolo V, che subirà rielaborazioni e modifiche ad opera di P.Targoni, affiancatogli come aiutante per gli impegni dello stesso Aleotti (1608-1618). Ricordiamo anche la progettazione della difesa di città come Anversa, Groninga e Arras, di concerto con Cornelio Bentivoglio, senza essersi mai recato in queste località. Per le armate ducali ideò una geniale imbarcazione, divisa in tre parti, che scomposta poteva fungere da cassa contenitore per il trasporto delle munizioni, mentre ricomposta, e unita ad altre imbarcazioni, poteva servire come un ponte.
Come costruttore di teatri "ebbe la capacità, pur con ricordi archeologizzanti, di interpretare le più nuove esigenze teatrali del mondo ferrarese da tempo all'avanguardia nel campo dello spettacolo, tanto da dare contributi fondamentali allo sviluppo della sala teatrale", come scrisse B.Adorni. E. aggiungiamo noi, può degnamente essere ricordato accanto ai grandi nomi italiani del '500 e del '600, costruttori di teatri e di scenografie come Peruzzi, Serlio, Palladio, Scamozzi, Buontalenti e altri. Ricordiamo questi lavori: Teatro di Marfisa (1580), Teatro degli Intrepidi (1605), sistemazione del Teatro della "Sala Grande sopra la caneva" nel Castello Estense (1610), tutti a Ferrara; Teatro Farnese a Parma (1618). Eretto nella sala d'armi della Pilotta, questo teatro colpisce per le fondamentali innovazioni: la capienza e le dimensioni eccezionali, la perfezionata razionalizzazione dei meccanismi e del palcoscenico, l'istituzione del boccascena, la ricchezza della decorazione senza precedenti, l'originale invenzione di gradinate lignee ovali coronate da un duplice ordine di serliane, di derivazione palladiana, che si ripetevano illusionisticamente negli affreschi del soffitto, ove si affacciavano immagini di spettatori.
L'Aleotti fu anche creatore di ingegno si apparati scenici, di macchine teatrali nonché di complessi allestimenti per tornei cavallereschi. Questi erano articolati in una sfrzosa combinazione di combattimento e di teatro che, nella molteplicità dei suoi componenti (recitazione, canto, balli, finzioni sceniche prospettiche, macchine per voli e apparizioni, ecc.) anticipano il grande spettacolo barocco. esperti di ingegneria idraulica e militare, come l'Aleotti, Cornelio ed Enzo Bentivoglio, Galasso Alghisi e altri, si dedicarono a questi spettacoli nei quali scenografia e scenotecnica pervennero a risultati straordinari, con un "gusto degli incantesimi e del meraviglioso - come ebbe a scrivere D.Lenzi - che nulla ha da invidiare ai più celebrati contemporanei buontalentiani".
Ma l'Aleotti fu soprattutto un grande ingegnere idraulico, forse il maggiore dei suoi tempi: notevole fu la sua capacità di intervento nel territorio, nel campo delle bonifiche e della regolamentazione delle acque; egli codificò queste sue esperienze nei cinque volumi della "Idrologia", che resterà opera fondamentale anche nei secoli successivi. Fra i grandi lavori di bonificazione cui partecipò come progettista o consulente, ricordiamo la bonifica del Polesine di S.Giovanni Battista per Alfonso II (terminata nel 1580 con circa 23 mila ettari bonificati) e le bonifiche di Cornelio ed Enzo Bentivoglio a Gualtieri (1595), Zelo e Stienta (1615 ca.). Studiò e attuò le regolamentazioni del Po, del Reno e di altri fiumi, nel ferrarese e in altre terre vicine; fra questi lavori citiamo la bella Chiavica dell'Abbate (1580) che ancora si può vedere a Mesola.
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