Le orse di Brauron. Un rituale di iniziazione femminile nel santuario di Artemide
Edizioni ETS s.r.l.
A cura di B. Gentili e Perusino F.
Atti del Seminario di Studi. Urbino, Centro Internazionale di Studi sulla cultura greca antica e dell'Istituto di Filologia Classica, 23 - 24 maggio 2000.
Testo Italiano, Inglese e Francese.
Pisa, 2002; br., pp. 274, 50 ill. b/n e col. num. n.t., cm 17x24.
(Letteratura italiana, greca e latina).
collana: Letteratura italiana, greca e latina
ISBN: 88-467-0487-8
- EAN13: 9788846704870
Soggetto: Società e Tradizioni
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico
Luoghi: Europa
Extra: Antica Grecia
Testo in:
Peso: 0.73 kg
L'uccisione di un'orsa sacra ad Artemide nel santuario di Brauron a lei dedicato costituiva per i Greci la causa mitica di un complesso rituale iniziatico che le ragazze ateniesi compivano prima del matrimonio. Dopo la morte di Ioannis Papadimitriou, che aveva avviato sistematicamente l'esplorazione dell'incantevole complesso portando tra l'altro alla luce la cosiddetta «stoa delle orse», scavi e pubblicazione del materiale archeologico ed epigrafico hanno subito una brusca interruzione. Il seminario, organizzato ad Urbino nel maggio 2000 per inizativa del Centro Internazionale di Studi sulla cultura greca antica e dell'Istituto di Filologia Classica, ha fornito l'occasione di riunire a confronto archeologi, storici, storici delle religioni e filologi che si sono interrogati sui numerosi problemi relativi al luogo, al culto, al rituale delle orse e all'interpretazione dei reperti archeologici e delle fonti letterarie.Bruno Gentili è professore emerito nell'Università di Urbino e accademico dei Lincei. Dirige i Quaderni Urbinati di Cultura Classica e il Centro Internazionale di Studi sulla cultura greca antica. È autore di numerose pubblicazioni, soprattutto nei campi della lirica e del teatro greco, della metrica greca e della cultura latina arcaica. Franca Perusino è professore di Letteratura Greca nell'Università di Urbino. Si occupa della commedia greca e sta preparando l'edizione critica e il commento della Lisistrata di Aristofane.