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Telemaco Signorini. Catalogo generale ragionato delle opere

Pistoia, 2019; ril., pp. 810, 1500 ill. b/n e col., cm 21,5x29,5.

prezzo di copertina: € 240.00

Telemaco Signorini. Catalogo generale ragionato delle opere

Costo totale: € 240.00 € 740.00 aggiungi al carrello carrello

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Telemaco Signorini. Catalogo generale ragionato delle opere

Pistoia, 2019; ril., pp. 810, 1500 ill. b/n e col., cm 21,5x29,5.

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 240.00)

Telemaco Signorini. Catalogo generale ragionato delle opere

Il Pittore Luigi Nono (1850-1918). Catalogo Ragionato dei Dipinti e dei Disegni. La Vita, i Documenti, le Opere

Torino, 2006; 2 voll., ril. in cofanetto, pp. 576, 862 ill. b/n, 117 tavv. col., cm 25x34.
(Varia).

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 250.00)

Il Pittore Luigi Nono (1850-1918). Catalogo Ragionato dei Dipinti e dei Disegni. La Vita, i Documenti, le Opere

Cavaglieri. Catalogo Ragionato dei Dipinti: la Vita e le Opere. Catalogo delle Opere

Torino, 2006; 2 voll., ril. in cofanetto, pp. 608, ill. b/n, 125 ill. col., 125 tavv. col., cm 25x35.
(Archivi dell'Ottocento).

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 250.00)

Cavaglieri. Catalogo Ragionato dei Dipinti: la Vita e le Opere. Catalogo delle Opere

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Arte dalle rovine. A sessant'anni dalla mostra della scultura pisana del Trecento (1946-2006)

Edizioni ETS

Hamburg, Bucerius Kunstforum, 28 maggio - 21 agosto 2005.
A cura di Tolaini E.
Pisa, 2006; br., pp. 60, cm 22x22.

ISBN: 88-467-1589-6 - EAN13: 9788846715890

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità,Scultura

Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo

Luoghi: Toscana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.175 kg


Documenti.
Prefazione alla prima edizione del Catalogo Piero Sanpaolesi.
Prefazione alla seconda edizione del Catalogo Piero Sanpaolesi.
Discorso inaugurale della Mostra. Vincenzo Rossi.
Introduzione alla Mostra. Mario Salmi.
Com'è nata la mostra della scultura pisana. Franco Russoli.

Perché una città «per un terzo distrutta, divisa da un fiume amputato dei suoi ponti» decise di realizzare nell'estate del 1946 una grande Mostra della Scultura Pisana del Trecento che si rivelò un successo così grande da indurre gli organizzatori a replicarla nell'estate dell'anno successivo?
Credo che una delle ragioni principali di questa scelta sia stata la convinzione degli organizzatori della mostra che l'investimento nella cultura e nell'arte fosse uno stimolo estremamente efficace per aiutare a vincere la sfida della ricostruzione, di cui era un esempio il restauro del Convento di San Matteo che in soli 23 mesi dalla liberazione della città era stato riadattato a museo.
Che questa convinzione fosse corretta mi sembra provato dal fatto che il magrissimo bilancio del Comitato organizzatore fu integrato dai contributi di privati cittadini e che il numero delle opere esposte fu assai rilevante anche per la generosa collaborazione di numerose altre città che acconsentirono al prestito di opere in loro possesso.
È poi da sottolineare che le ristrettezze economiche, cui supplì l'inventiva dei realizzatori, non impedirono che la mostra avesse un enorme successo anche internazionale con visitatori giunti da ogni parte del mondo.
Sicuramente l'apertura al futuro e la convinzione di lavorare per un paese migliore accomunavano gli organizzatori della mostra, inaugurata nel luglio del 1946, ai membri dell'Assemblea Costituente che appena un mese prima avevano iniziato i lavori che ci avrebbero donato la Costituzione della Repubblica e che, primi al mondo, avrebbero inserito nell'articolo 9 la tutela del patrimonio culturale tra i principi fondamentali dello Stato.
L'insegnamento di quello che rimane il massimo avvenimento culturale del secolo scorso a Pisa può esserci di aiuto nel momento attuale, in cui dobbiamo far fronte alla delicata situazione economica del nostro paese. Per questo abbiamo voluto celebrare il sessantesimo anniversario della mostra con questa pubblicazione di ricordi e approfondimenti e con alcune iniziative che faranno corona alla sua presentazione.
Mi auguro che il rimeditare il nostro passato possa far rinascere in noi un poco dell'entusiasmo di allora, spingendoci sempre più ad operare tutti insieme per dimostrare nei fatti che la cultura e l'arte sono ricchezze da conservare e sviluppare in qualsiasi situazione ci troviamo a vivere perché esse, come lucidamente afferma Salvatore Settis, alimentano quel «profondo senso di identificazione, di appartenenza, di cittadinanza, che stimola la creatività delle generazioni presenti e future con la presenza e la memoria del passato».
Spero quindi che possa crescere la convinzione che quasi mai è risultata vincente la scelta di tagliare prioritariamente le risorse destinate alla cultura e all'arte nelle situazioni di vere o presunte ristrettezze economiche.
Perché non pensare che un possibile motto della mostra del 1946 avrebbe potuto essere «Con l'arte si riparte»?

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