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Buongiorno maestro! Aldo Londi. Ceramista, scultore, pittore, maestro (1929-2003)

Edizioni ETS

Montelupo, Area Espositiva Excelsior, 16 giugno - 2 settembre 2007.
Pisa, 2007; br., pp. 128, ill. b/n, 85 tavv. col., cm 24x29.

ISBN: 88-467-1844-5 - EAN13: 9788846718440

Soggetto: Arti Decorative (Ceramica, Porcellana, Maiolica),Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Toscana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.6 kg


"Il sodalizio tra Marcello Bitossi, mio padre, e Aldo Londi, detto Chiodo, suo cognato e direttore artistico della Bitossi - dal novembre del 1946 - era un qualcosa che andava aldilà dei rapporti sia familiari che di fabbrica. Marcello aveva trovato in Aldo una simbiosi per il buon gusto, per l'innovazione e per lo stile moderno, un comune sentire che li proiettava in un mondo che allora era poco conosciuto ed apprezzato. Questo sodalizio nacque al di fuori della fabbrica, perché Marcello, durante il matrimonio con Anna, la sorella del Londi, disse a Chiodo "...da domani tu vieni a lavorare in fabbrica". Questo rapporto iniziato alla fine del '46, poi non si è più interrotto.
L'opera di Chiodo non deve essere ricordata solo per le forme, le sculture, i colori. E' necessario invece riflettere su ciò che il Londi ha fatto per trasformare le sue idee originali in qualcosa di realizzabile industrialmente, poiché non ci dobbiamo dimenticare che alla Bitossi (anni '50-'70) erano occupate più di cento persone per le quali era necessario trovare e garantire il lavoro. Ad esempio il Rimini è stata una rivoluzione socio-economica-industriale, cioè l'incisione di un pezzo, su monocromo, rendeva la produzione di questi manufatti alla portata anche dei non provetti ceramisti e quindi era l'unica condizione per rendere produttive le persone che lasciavano i campi per cercare il lavoro in fabbrica, facendoli sentire tutti dei piccoli artisti e contribuire con il loro lavoro alla crescita ed all'espansione di questa Azienda.
Mi ricordo che alla festa dei 50 anni della Bitossi, Chiodo arrivò mascherato con un tabarro e la spada e portò a mio padre un regalo, una enorme medaglia in gesso sulla quale aveva inciso le gioie ed i dolori di mio padre. Da una parte aveva raffigurato la macchina Porsche, grande amore di mio padre, dall'altra una farfalla, poiché la farfalla nel gergo montelupino era sinonimo di cambiale. La cambiale era lo strumento che animava l'economia di quel tempo. Poiché con le cambiali si comprava di tutto, il motto era: "produrre farfalle e pagare farfalle".
Il rapporto che Chiodo ha avuto con Sottsass era quello esistente fra maestro ed allievo. E' noto, anche per ammissione dello stesso Sottsass, come Chiodo gli abbia insegnato, con generosità e senza riserve, a lavorare la ceramica. Londi e Sottsass erano due signori e nello stesso tempo due ragazzi perché possedevano entrambi un grande spirito innovativo, vedevano il futuro, erano sempre pronti a sperimentare cose nuove per trasformare in materia i loro sogni".
brano tratto da un'intervista a Guido Bitossi

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