Diritto e linguaggio. Il prestito semantico tra le lingue naturali e i diritti vigenti in una prospettiva filosofico e informatico-giuridica
Edizioni ETS
A cura di Perri P. e Zorzetto S.
Pisa, 1996; br., pp. 206, cm 17x24.
(Jura. Temi e Problemi del Diritto. 41).
collana: Jura. Temi e Problemi del Diritto
ISBN: 88-467-4446-2
- EAN13: 9788846744463
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Peso: 0.65 kg
Il presente volume vuole approfondire il tema dei rapporti semiotici tra linguaggio ordinario e linguaggio giuridico. I saggi tengono conto di un duplice profilo: da un lato, la prospettiva filosofico-giuridica, intesa in senso ampio come comprensiva anche del punto di vista della linguistica generale e degli studi di ontologia semantica; dall'altro lato, la prospettiva informatico-giuridica, comprendendo in essa anche gli studi dedicati alla interoperabilità semantica delle banche dati giuridiche. Scopo del volume è analizzare quella che è una ovvietà sia per il giurista, sia per il non giurista, ossia che in ogni diritto vigente i discorsi giuridici appaiono formulati - perlomeno prima facie - in una lingua naturale. Benché questa circostanza sia sotto gli occhi di tutti, non è però evidente se i diritti vigenti, a ogni livello, ma anzitutto a livello semantico, facciano in effetti uso di quella stessa lingua e di quello stesso lessico che si usano nei contesti ordinari, ovvero se la lingua naturale in ambito giuridico cambi, per così dire, natura o presenti regole di funzionamento differenti, dipendenti dal contesto giuridico. La problematica in questione ha ricadute operative estremamente significative, anche da un punto di vista strettamente informatico-giuridico, tenuto conto degli attuali tentativi d'incorporare nella ricerca giuridica quegli algoritmi di analisi semantica tipici dei motori di ricerca generici più adoperati nel quotidiano.