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Die Frauen. Anselm Kiefer a Villa Medici

Edizioni dell'Elefante

Accademia di Francia, Roma, 2005.
Preambolo di Richard Peduzzi.
Epilogi di Graziella Lonardi Buontempo.
Testo Italiano e Francese.
Roma, 2005; br. in cofanetto, pp. 160, 23 tavv. col., cm 24x33.
(Studi di Storia dell'Arte).

collana: Studi di Storia dell'Arte

ISBN: 88-7176-093-X - EAN13: 9788871760933

Soggetto: Città,Collezioni,Fotografia,Scultura,Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Europa,Roma

Testo in: testi in  francese, italiano  testi in  francese, italiano  

Peso: 1.12 kg


Thomas Mann, nelle sue "Considerazioni di un impolitico", scriveva che la Germania è sempre stata "il campo di battaglia dell'Europa", in senso fisico e, ancor più, metafisico, poiché i conflitti che sente la cultura tedesca sono ben poco nazionali ma quasi sempre europei.
La Germania appare, allora come una specie di Teatro del Destino, dove gli antagonismi simbolici di un intero continente vengono distillati fino a raggiungere la massima durezza speculativa e a scontrarsi senza speranza di composizione.
E' il clima propizio alla catastrofe.
L'Europa della tragedia: storia tragica, mente tragica, rappresentazione tragica, è l'Europa tedesca. Dove si trova una concentrazione di uguale potenza intellettuale e violenza emotiva se non in Germania? E basterà a provarlo quello stringato elenco di nomi che va da Lessing a Kleist, da Schiller a Holderlin, da Buchner a Wedekind, e poi Shopenhauer, Nietzsche, Schmitt, Benjamin, Heidegger.. ...
Il mondo tragico è tedesco, cosi come il più pacificato mondo romanzesco è anglo-francese.
Alla rassicurante continuità narrativa e all'intreccio (il tempo della vita), lo spirito tragico oppone cesure, dilemmi, antinomie e crisi. Tutte occasioni perché si manifesti la verità, occultata dal torpore della normale amministrazione.
Anselm Kiefer viene, come artista, dopo la catastrofe ma eredita la tragicità.
L'esame di coscienza che la Germania ha compiuto -con varia intensità e profondità- ha in Kiefer un testimone irriguardoso e solitario.
Un testimone che riattraversa il passato lontano e prossimo, citando o alludendo; lo ricompone secondo i sentieri della propria memoria, culturale ed emotiva, e questo è il tempo della mise en scene, c'è il tempo delle allegorie private dov'è al lavoro il ricordo infantile, il ricordo biografico, il gioco delle analogie delle corrispondenze con la contemporaneità.
Nel cuore delle allegorie private si muove un principio di universalità che senza abolire l'emozione insostituibile del ricordo vivo vi aggiunge il plusvalore di intelligenza che appartiene al simbolo e al mito.
Il ricorso al mito, anch'esso essenziale all'anima tragica esperta di fatalità e di perennità -resa fecondissima quest'ultima dal ricco palinsesto delle interpretazioni e ri-creazioni- si manifesta ancora una volta nel suo splendore -dovrei dire piuttosto fascinum - in queste Frauen: Arria, Sappho, Melancholia, Medea, Elektra, Elizabeth, les Reines de France, die Frauen der Antike, esposte a Villa Medici. Eroine, regine, femmes célèbres, dee e semi-dee si ergono con maestosità regale in un silenzio profondo, esaltate dall'umiltà dei materiali, officianti di una morte sublime, devote a un rigore imperioso e irraggiungibile, e veri semafori di un senso grandioso della vita, della natura e del cosmo che viene offerto a chi sa ancora usare lo spazio come una zona di contemplazione. Solo lo stile della litania o dell'elencazione elogiativa potrebbero dar conto della pienezza di emozioni e di felicità estetica che suscitano in me questi lavori di Kiefer.

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