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Da Terravecchia di Grammichele a Occhiolà. Archeologia di un insediamento della Sicilia centro-orientale: campagne di scavo 2000-2001

Edizioni dell'Orso

A cura di Barra Bagnasco M.
Documenti, culture, storia del Mediterraneo e dell'Oriente Antico / Serie Minore.
Alessandria, 2006; br., pp. LXIV-512, ill., cm 17x24.
(Mnème. Documenti, Culture, Storia del Mediterraneo e dell'Oriente Antico. 7).

collana: Mnème. Documenti, Culture, Storia del Mediterraneo e dell'Oriente Antico

ISBN: 88-7694-908-9 - EAN13: 9788876949081

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità,Scavi

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Extra Europa,Sicilia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.42 kg


Il volume presenta i risultati di un'indagine condotta sul terreno da un gruppo dell'Università di Torino, diretto dalla Prof.ssa Barra Bagnasco, in una zona particolare di Terravecchia, e cioè la collina su cui sorse il centro medievale di Occhiolà, rimasto in vita fino al devastante terremoto del 1693. L'indagine, sviluppata negli anni 2000 e 2001, aveva lo scopo di ricercare l'esistenza, al di sotto dei resti tardi, di un insediamento più antico, collegabile alla colonizzazione greca della Sicilia. Lo scavo ha confermato questa ipotesi di lavoro, mostrando, anche ad Occhiolà, una situazione simile a quella nota per vari siti della Sicilia interna, con grande quantità di rinvenimenti che documentano una frequentazione dell'area risalente già all'età preistorica e con una presenza più intensa dal VI al III secolo a. C. Tra i materiali si segnala la forte suggestione di prodotti greci, testimoniata da ceramica di tipo fine, a vernice nera e figurata, attica, corinzia e italiota, accanto all'uso di prodotti più propriamente indigeni, quali soprattutto la ceramica a decorazione dipinta. La sistematica asportazione dei resti avvenuta in età medievale e moderna ha comportato la scomparsa di molte delle strutture a cui si riferiscono questi materiali: ne rimangono per lo più solo labili tracce. La scoperta più significativa è rappresentata, in una terrazza affacciata sulla valle dei Margi, da un piccolo sacello, eretto verso la fine del VI sec. a. C. e rimasto in uso, con ristrutturazioni successive, fino all'età ellenistica.

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