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Edilio Riccini. Scarti Assemblaggi Opere 1972-2006

Eidos

Mirano, 2007; br., pp. 150, 137 ill. col., cm 21x28.
(Impressioni).
(Impressioni. Collana diretta da Antonio Saporito Renier).

collana: Impressioni

ISBN: 88-95330-01-3 - EAN13: 9788895330013

Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Europa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.71 kg


La Eidos Comunicazioni Visive presenta il volume "Quando il rottame è poesia. Edilio Riccini. Scarti Assemblaggi Opere 1972-2006", la prima monografia dedicata all'inedito artista Edilio Riccini, classe 1926, romano di nascita ma siciliano di adozione (ha eletto Cefalù a propria stabile dimora da 30 anni).
La pubblicazione del volume è collegata al debutto di una iniziativa che, per l'occasione, mette in circuito numerose gallerie d'arte in Italia. Selezioni delle opere in catalogo saranno esposte contemporaneamente in Sicilia (Garage, Palermo, inaugurazione giovedì 3 maggio) e in Trentino (Transarte, Rovereto, 18 maggio e PictArt, Trento, 15 giugno); seguiranno poi le tappe a Milano e a Roma. "Ci è sembrato opportuno - spiegano Giancarlo Baccoli e Micaela Sposito, curatori della mostra - che il circuito espositivo avesse il suo battesimo in Sicilia, perché questa è la terra che Riccini ha scelto per vivere e soprattutto per dedicarsi alla sua arte. Come, infatti, molto spesso Edilio Riccini ama puntualizzare, la sua pratica creativa esiste in funzione dello spazio vitale che a Cefalù è riuscito a costruirsi".
Il volume - curatela di Micaela Sposito, testi critici di Giancarlo Baccoli, Claudio Cerritelli, Elena Fabris, Sergio Poggianella - raccoglie una selezione di circa 150 opere realizzate tra il 1972 ed 2006, utilizzando - tanto per le sculture quanto per le pitture - materiali più o meno comuni di scarto: dagli imballaggi per banane, uova e acqua, ai rottami dei cantieri navali, alle rimanenze inutilizzabili di attività commerciali dismesse. Una produzione da far rientrare in quel sentimento della Contemporaneità che la curatrice riferisce all' "estetica del rottame" di marca duchampiana: "L'arte diviene retorica e poetica del rifiuto, della discarica perché le pratiche artistiche perseguono la materialità dell'oggetto con tutte le sue virtualità significanti. Edilio Riccini, nella misura di una personalissima pratica creativa, che per lui è la pratica quotidiana, recupera il proprio legame con la contemporaneità, con i luoghi e il territorio, con la vita sociale e la dimensione umana, attraverso gli oggetti rottamati".
Gli imballaggi opportunamente trattati divengono il supporto privilegiato per una pittura dell'Informale; i rottami dei cantieri navali vengono riproposti in una dimensione antropomorfa o zoomorfa; gli ingranaggi di vecchie macchine da scrivere o gli utensili fuori uso vengono ricomposti in una immaginaria e pulsante anatomia: "Le opere raccolte in questo libro - scrive Claudio Cerritelli - evocano infatti quel clima di sperimentazioni che nel '900 si afferma attraverso il brivido delle incursioni polimateriche, procedure che trasformano pittura e scultura in luoghi di reciproche contaminazioni, soprattutto attraverso l'innesto di materiali di tradizione dadaista e post-dadaista. Il fatto che Riccini si ricolleghi, fuori tempo massimo, a metodologie precedenti può indicare che non è tanto la novità linguistica o l'appartenenza a questa o a quella tendenza a costituire il significato della sua passione creativa, quanto proprio il fatto di potersi cimentare a ruota libera su territori già segnati".

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