Claudia Cardinale. L'indomabile. The indomitable
Electa
A cura di Squitieri C.
Traduzione di Notini S. e Savio R.
Milano, 2022; ril., pp. 208, ill. col., cm 24x29,5.
ISBN: 88-9282-293-4
- EAN13: 9788892822931
Soggetto: Cinema,Fotografia,Società e Tradizioni
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.45 kg
La pubblicazione del volume è associata alla presentazione di una rassegna cinematografica dedicata da Cinecittà a Claudia Cardinale, organizzata al MOMA di New York nel mese dicembre 2022. La rassegna, che propone un'importante opera di restauro di pellicole cinematografiche relative alla carriera dell'attrice, offre l'occasione di un approfondimento più ampio intorno alla figura dell'attrice. Ciò che lega inestricabilmente l'opera e la donna in Claudia Cardinale è la sua natura indomabile e sfuggente: un 'je ne sais quoi' che la rende imprevedibile, malgrado il ruolo di donna affabile incarnato alla perfezione nella vita come sul set. Il produttore e compagno Franco Cristaldi aveva orchestrato per lei, e intorno alla sua figura, un'organizzazione ferrea finalizzata alla costruzione di una donna destinata a diventare un mito. La sua impetuosità e il suo temperamento sono le caratteristiche che anche Luchino Visconti ha riconosciuto consacrandola con il ruolo di Angelica. Claudia ha saputo stare al gioco dell'immagine, alle sue regole rigide pur essendo sempre pronta a capovolgere tutto con la sua naturale irruenza. Il suo essere sempre un po' fuori dalle righe è stata la sua forza vitale di donna e ha contraddistinto anche le donne interpretate nei suoi film. I suoi registi, da Zurlini, Bolognini, Visconti, a Fellini, Leone, Squitieri, Herzog la chiamano a rappresentare una donna al tempo stesso eterna e imprevedibile: in questo paradosso risiede il suo accostarsi all'archetipo del femminile stesso, tra stabilità e pericolosità. Questa natura indomabile verrà approfondita dai vari contributi che costituiranno il volume, seguendo un ordine cronologico attraverso la vita e l'opera e mettendo in evidenza il filo rosso, a volte sottile, a volte dirompente, che la lega ai suoi personaggi; come se il suo 'mektoub' (destino in arabo) fosse sempre stato quello di mantenere una traccia di somiglianza con tutti i suoi ruoli attraverso l'espressione della sua natura profondamente sfuggente. I saggi di René de Ceccatty, Jean A. Gili e Julia Guillon sono tradotti dal francese in italiano da Rossella Savio.