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Martyrologii Romani Gregorii XIII. Jussu Editi Urbani VIII. et Clementis X. Auctoritate recogniti Nova Editio A Sanctissimo Domino Nostro Benedicto XIV. Pontifice Maximo Aucta, et castigata, In Qua Nonnulla Sanctorum Nomina in praeteritis Editionibus omis

Ex Typographia Joann Wilhelmi Krakamp et Haeredum Christiani Simonis

Robusta legatura coeva t/pelle con titolo e fregi dorari al dorso.
Frontespizio hilografato. Vuon esemplare.
Coloniae, 1751; ril. in pelle, pp. 608, cm 17x20,5.

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


Nei primi tempi della storia del Cristianesimo si prese uso di conservare memoria di coloro che morirono per causa della loro fede: i martiri. Ogni chiesa particolare aveva un suo martirologio, cioè un elenco di martiri; ben presto si diede importanza al giorno della loro morte, intesa come passaggio-nascita alla "nuova" vita eterna (detto per questo dies natalis), e si prese a commemorare il giorno della loro morte per celebrare la loro memoria, particolarmente nel luogo ove riposavano le loro spoglie.
Nel XVI secolo si decise di unificare i vari martirologi in un solo elenco nel quale trovassero posto tutti i santi e i beati riconosciuti come tali dall'autorità della Chiesa cattolica: la grande opera di revisione fu affidata da papa Gregorio XIII e dal cardinale Guglielmo Sirleto al cardinale Cesare Baronio che la completò nel 1586: venne allora pubblicato il primo Martyrologium Romanum. Successivamente vi furono apportate aggiunte e modifiche (le prime già nel 1593, 1602 e poi nel 1613) e furono realizzate nuove edizioni: fondamentali le revisioni volute dai papi Urbano VIII (1630), Clemente X (1673) e Benedetto XIV (1749).

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