L'Arte per l'Arte. Da Previati a Mentessi, Da Boldini a De Pisis. Un Nuovo Percorso al Castello Estense
Ferrara Arte
Ferrara, Castello Estense, 15 giugno - 27 dicembre 2016.
Ferrara, Castello Estense - Largo Castello, 15 giugno 2016 - 4 giugno 2017.
Testo Italiano e Inglese.
Ferrara, 2016; br., pp. 47, ill. col., cm 21x26,5.
Soggetto: Pittura
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Emilia Romagna
Testo in:
Peso: 0.23 kg
L'edizione 2016 dell'Arte per l'arte si apre con uno scorcio sull'arte italiana tra Ottocento e Novecento, focalizzando l'attenzione sul contributo degli artisti ferraresi. Nelle sale fastosamente decorate dell'appartamento di rappresentanza al piano nobile del Castello Estense si svilupperà l'allestimento La libertà dell'arte. Tra verità e immaginazione, proponendo un breve ma interessante viaggio tra alcuni dei diversi orientamenti che, sul finire dell'Ottocento, fecero a gara per rinnovare i convenzionali linguaggi dell'arte: dalle poetiche del vero all'arte di idee, dalla pittura di macchia al divisionismo, dalla rappresentazione della vita moderna alle suggestioni decorative del Liberty. Tra i protagonisti vi sono artisti ferraresi attivi sulla scena italiana, come Giuseppe Mentessi, Alberto Pisa o Arrigo Minerbi, e, accanto ad essi, figure di statura internazionale quali Giovanni Boldini, celebrato ritrattista della Belle Epoque, e Gaetano Previati, che fu interprete del divisionismo e della vague simbolista. L'ordinamento si sviluppa per sale tematiche che richiamano i motivi portanti delle ricerche a cavallo tra Otto e Novecento: il ritratto moderno e i suoi nuovi codici, i temi storico-allegorici e la dimensione monumentale e decorativa, i nuovi soggetti della modernità, il paesaggio reale e il paesaggio dell'anima, le tensioni morali e spirituali alla vigilia della grande guerra.
Il percorso prosegue poi nello scrigno dei Camerini di Alfonso I, dove rimane allestita la selezione di capolavori di Filippo de Pisis, che racconta la parabola artistica di un altro talento ferrarese, attivo sul palcoscenico italiano e parigino a partire dagli anni Venti del Novecento. Il ricchissimo fondo ferrarese di opere depisisiane, costituito soprattutto grazie all'attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta, permette di rivisitare tutto il suo percorso creativo. Dalle opere giovanili, da cui traspare la riflessione di De Pisis sull'incontro con De Chirico e la pittura metafisica, ai capolavori del periodo parigino che segnano la nascita di un linguaggio personale, trascrizione pittorica delle brucianti emozioni che la Ville lumière procura al pittore, fino alla produzione successiva al rientro in Italia, esiti estremi nei quali la poesia delle immagini si spoglia fino all'essenziale.
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