Columbeidos Sive Vita B. Columbae Virginis Reatinae Ordinis De Poenitentia S. Dominici
Fondazione CISAM
Spoleto, 2017; br., pp. 332, cm 17x24.
(Quaderni del Centro per il Collegamento degli Studi Medievali e Umanistici in Umbria. 57).
collana: Quaderni del Centro per il Collegamento degli Studi Medievali e Umanistici in Umbria
ISBN: 88-6809-141-0
- EAN13: 9788868091415
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Testo in:
Peso: 1.08 kg
Niccolò Alessi (1510?-1585), frate predicatore, fratello maggiore dell'architetto Galeazzo, scrive la Colombeide negli anni settanta del Cinquecento, quando risiede stabilmente a Perugia come inquisitore generale dell'Umbria. Formatosi nel convento fiorentino di S. Marco e convinto estimatore di Savonarola, è affascinato da figure femminili domenicane che contemperino misticismo e azione civile. Devoto di Caterina de' Ricci e di Colomba da Rieti, di entrambe scrive la vita. Alla base della Columbeidos sive vita beatae Columbae virginis Reatinae stanno le due Legendae (latina e volgare) scritte da Sebastiano Angeli OP subito dopo la morte di Colomba. Niccolò Alessi, uomo di profonda cultura e raffinato latinista, intende omaggiare Colomba e rafforzare il suo culto attraverso un'opera poetica che ne narri l'esemplarità della vita tramite le eleganze della rinata poesia classica. Non a caso la Colombeide rievoca il poema virgiliano già nel titolo, ed in tutti i nove libri che la compongono (per un totate di 6802 esametri) risuonano evidenti le reminiscenze dei maggiori poeti della classicità latina. Il poema, tuttavia, non è solo un omaggio letterario a Colomba, ma costituisce anche un interessante documento della storia del suo culto. Tra gli anni sessanta e gli anni ottanta del Cinquecento, infatti, l'ordine dei Predicatori compie il primo tentativo di ottenere dalla Sede Apostolica significative facoltà circa il culto di Colomba e la Colombeide concorre all'impresa ricostruendo la vicenda biografica della Reatina nel modo giudicato più adeguato al sentire ecclesiastico dell'epoca. Nella narrazione, quindi, l'Alessi riduce al minimo il ruolo di Sebastiano Angeli, confessore e biografo di Colomba, a suo tempo accusato di savonarolismo, e tace le perplessità, peraltro poi fugate, che le gerarchie ecclesiastiche avevano mostrato di avere sulla stessa Reatina. L'unico testimone manoscritto noto della Colombeide è stato fortunosamente individuato alcuni anni fa presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e la sua edizione critica è stata promossa dall'Associazione Beata Colomba da Rieti per il 550o anniversario della nascita della Beata.